Bonaccini, ‘arancione non basta, rischiamo di essere travolti’

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Bonaccini, ‘arancione non basta, rischiamo di essere travolti’

L’Emilia-Romagna stringe ancora le maglie per contenere il coronavirus, con Bologna e Modena entrate ufficialmente in ‘zona rossa’. L’Sos stavolta arriva direttamente dal presidente Stefano Bonaccini che rigetta le accuse ‘aperturiste’ e lancia l’allarme soprattutto in considerazione del dilagare delle varianti: senza una risposta veloce “rischiamo di essere travolti”.

“Il contagio è partito molto più veloce di prima a causa delle varianti.

Se questa crescita, avvenuta in 10-15 giorni, non trova un’accelerazione nella risposta rischiamo di essere travolti. Noi come altre parti d’Italia”. È l’estrema sintesi fatta da Bonaccini che, dopo giorni di interlocuzione con le azienda sanitarie e le amministrazioni locali, ha firmato l’ordinanza per istituire la zona rossa nelle province di Bologna e Modena e quella arancione scuro nel Reggiano. “La variante inglese – dice il presidente – pare quasi essere un nuovo virus per diffusione. Le limitazioni della zona arancione classica non bastano più”. Tra l’altro dal monitoraggio di venerdì tutta l’Emilia-Romagna potrebbe diventare zona rossa.

Dal 4 marzo fino al 21, Modena e Bologna vivranno le restrizioni da zona rossa (parrucchieri, asili e materne saranno chiusi dal 6 per adeguarsi alle disposizioni del Dpcm che entrerà in vigore quel giorno) e Reggio Emilia l’arancio scuro che come misura principale osserverà la chiusura delle scuole dalle elementari in su. Così come già accade da questa settimana per Rimini, Ravenna e Cesena. Forlì non è in arancio scuro ma tre comuni comunque hanno deciso uno stop per le superiori.

La curva dei contagi è ancora in virata verso l’alto. Tra i ricoverati c’è anche il re del liscio Roul Casadei, a Cesena: ha 83 anni e un inizio di polmonite da Covid-19 per cui si è preferito il ricorso alle cure sanitarie in ospedale.

A dimostrazione della gravità di alcune situazioni nella regione, ci sono focolai recenti in alcune case di riposo nell’Imolese dove sono stati segnalati “casi di infezione anche in soggetti già immunizzati”. In una rsa, secondo quanto segnalato dalla stessa Ausl, “risulta che il virus sia stato reintrodotto da personale che non ha effettuato la vaccinazione”. Insomma, da operatori che hanno rifiutato di vaccinarsi.

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