Progetto Exit, podcast di Gabriella Simoni: “L’isolamento sociale giovanile, è l’altra faccia della medaglia, quella nascosta”. Ospite di Radio Sound la nota giornalista di Mediaset parla della situazione citando un album storico della musica internazione “The Dark Side of the Moon”.
Si tratta di un’iniziativa nata a Piacenza con la preziosa testimonianza di ragazzi che hanno vissuto il ritiro sociale, una mamma e le due coordinatrici del progetto. Il podcast è stato presentato in città al Festival del Pensiero Contemporaneo.
La scelta di fare podcast è un po’ da bastian contrario – spiega la giornalista di Mediaset Gabriella Simoni ospite di Radio Sound – perché in un mondo dove c’è tutta questa voglia di apparire a me sembra sia arrivato il momento di ascoltarci. Io mi occupo da sempre di disagio giovanile , infatti a fianco del mio lavoro da inviata di guerra ho sempre avuto anche questa passione per il racconto di quelle zone buie o zone franche dei nostri mondi. Poi sono arrivata a questo progetto di Piacenza, città laboratorio in questo senso, sui ragazzi che al disagio rispondono con il silenzio e il ritiro sociale, parlando con giovani chiusi in casa per anni. E’ un fenomeno sommerso di cui bisogna assolutamente occuparci. E’ l’altra medaglia quella nascosta. “The Dark Side of the Moon” per rimanere in tema radio.
Il podcast “Tutto il mondo fuori”
Coinvolge Roberto, Giulia e Florencita tre adolescenti di Piacenza. In un tempo in cui tutto è visibilità, loro scompaiono: dalle aule scolastiche, dalle amicizie, dalla vita. Sono gli hikikomori, ragazzi che scelgono il ritiro sociale. La loro voce rompe finalmente il silenzio, raccontando un dolore che non è capriccio, ma una ferita profonda. A guidarli fuori dal buio è il progetto Exit – Push the Button, un presidio educativo che diventa possibilità. Attraverso il racconto diretto dei ragazzi, delle loro psicologhe, delle famiglie prende vita il ritratto di una generazione che chiede di essere ascoltata.
Cosa emerge da questi incontri?
Tanta tenerezza e timidezza. Tanta paura di non riuscire, un’età vissuta come dramma. Tutti noi siamo stati adolescenti e quando dicono che l’adolescenza è il periodo più bello della vita… insomma… l’adolescenza è un periodo difficilissimo. Tu non sai chi vuoi essere, se riuscirai a essere chi vuoi essere, sono giochi di parole, ma la situazione vissuta è questa.
Cosa colpisce?
La loro paura di parlare, poi quando cominciavano a farlo non smettevano più raccontando di questi mondi nascosti, delle loro paure e di questa angoscia. Questo panico provato nel stare in mezzo alla gente.
Il progetto
“Exit – Push the button!” è il progetto di contrasto al fenomeno del ritiro sociale dei giovani del Comune di Piacenza: affidato a Fondazione La Ricerca e Cooperativa sociale L’Arco, finanziato dal Comune di Piacenza e da Regione Emilia-Romagna, ha l’obiettivo di coinvolgere e sensibilizzare la comunità e strutturare attività specifiche – integrate con la rete dei servizi – per ragazze e ragazzi a rischio o già in situazione di ritiro sociale e le loro famiglie.
Exit si rivolge alle ragazze e ai ragazzi dagli 11 ai 18 anni, a rischio di ritiro sociale, o che hanno già interrotto le occasioni di socialità e le relazioni con l’esterno, ma anche alle famiglie, agli insegnanti, agli educatori, agli operatori sociali e sanitari, a cui vengono rivolti incontri formativi – tra i relatori, sono stati ospitati Marco Lancini e Marco Crepaldi – colloqui di sostegno genitoriale, gruppi di genitori.
Le scuole secondarie di primo e secondo grado del territorio, il Servizio Sociale del Comune di Piacenza e il servizio sanitario di Neuropsichiatria e psicologia Infanzia e Adolescenza dell’Ausl sono invece coinvolti in un tavolo di lavoro per l’attuazione di un protocollo comune di contrasto al ritiro sociale, avviato ad aprile 2023.
Ai giovani vengono proposti colloqui individuali con psicologhe e workshop tematici, questi ultimi svolti tutti i lunedì pomeriggio a Spazio4.0 di Via Millo 4, Piacenza: sono tante le proposte, ogni mese diverse.
Da febbraio 2022, sono stati 95 i nuclei familiari presi in carico, 82 i minori tra gli 11 e i 18 anni che hanno partecipato alle attività e 35 i genitori.
Come funziona in concreto Exit?
A partire da una segnalazione delle scuole, o dei Servizi Sociali, o di famiglie che contattano le coordinatrici Monica Francani e Lucia Catino tramite l’e-mail del progetto o telefonicamente, o ancora dei giovani stessi, il ragazzo o la ragazza vengono presi in carico e ne viene valutato il caso: da qui si possono attivare colloqui individuali dei ragazzi, una presa in carico dei genitori stessi – attraverso colloqui psicoeducativi con la coppia di genitori – e il coinvolgimento dei ragazzi in workshop condotti da psicologi e counselor che lavorano sulle soft skills dei giovani, sulla loro capacità di esprimersi e di lavorare in un piccolo gruppo.
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