La consigliera di parità della Provincia di Piacenza, Venera Tomarchio, interviene sul caso del gruppo Facebook “Mia Moglie”.
Il gruppo Facebook “mia Moglie”, chiuso nei giorni scorsi, contava oltre 32 mila iscritti e veicolava immagini sessualmente esplicite di migliaia di donne, riprese di nascosto nelle loro abitazioni o nei contesti privati: “Ancora una volta donne che vedono violata la propria dignità”.
LA NOTA DI VENERA TOMARCHIO
La pubblicizzazione di questo “materiale” attraverso i social configura una serie di reati che spaziano dalla diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti, all’ interferenza illecita nella vita privata e, soprattutto, nel caso in cui vi fossero immagini riferite a minorenni, si potrebbe configurare il reato di diffusione e detenzione di materiale pedopornografico.
Per questo non si può tacere: è necessario parlare di questa vicenda per svegliare le coscienze e rifiutare questo tipo di comunicazione, sollecitando i nostri governanti a intervenire con urgenza per rafforzare ogni strumento utile alla prevenzione, obbligando i produttori dei social (nel caso in esame il riferimento è a Meta) ad applicare pienamente il Regolamento dell’Unione Europea (Digital Service ACT), imponendo a Meta sistemi di controllo rigidi.
Vale la pena ricordare che il gruppo, in questo caso pubblico, era attivo dal 2019 e che alcune segnalazioni erano già avvenute. Inoltre, in casi come questo è fondamentale la collaborazione della piattaforma social per consentire alle Autorità di risalire ai responsabili che si celano dietro a un nickname, è necessario invitare a denunciare alla Polizia Territoriale ogni caso di cui si è a conoscenza, inviando segnalazioni utili su www.commissariatodips.it .
L’invito alle donne “vittime “, che abbiano già accertato di essere “involontarie protagoniste“ di questa brutta vicenda, è quello di trovare la forza e il coraggio di ribellarsi e denunciare, non di chiudersi in se stesse per la vergogna o la paura: la vergogna non è della donna che denuncia, ma dell’uomo che pratica la violenza.
Possono contattare anche l’Ufficio della Consigliera di Parità della Provincia di Piacenza con sede in Corso Garibaldi n.50 o scrivere all’indirizzo mail: consigliera.parita@provincia.pc.it. L’ufficio della Consigliera è a disposizione.
Invito ogni donna a dire basta alla tolleranza del sessismo e della violenza contro le donne sui social, altrimenti è complicità.
Ѐ inaccettabile che esistano questi gruppi, specchio di una cultura misogina che mostra il volto nuovo del riconoscimento del valore personale attraverso i like, ignora la volontà delle donne e ne fa, ancora una volta, oggettivizzazione.
Occorre che tutte, con forza, chiediamo che META vigili sulla possibile riapertura, sotto nuovo nome, di gruppi simili, rifiutando che possa essere veicolata ogni altra forma di maschilismo tossico attraverso i suoi social.
Nel frattempo, è più che necessario che tutte si sia a disposizione della polizia postale e di tutte le donne che vogliano attivare la procedura preventiva contro il revenge porn anche in via amministrativa tramite la normativa prevista dal Garante per la protezione dei dati personali.
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