Insegnare le manovre rianimazione durante il corso per la patente, Daniela Aschieri ospite a Montecitorio

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Introdurre l’insegnamento delle manovre di rianimazione e dell’uso del defibrillatore nei corsi per il conseguimento della patente di guida. Daniela Aschieri, direttore scientifico di Progetto Vita, è stata invitata a Montecitorio per illustrare gli aspetti fondamentali di questa proposta di legge. Una proposta di cui si parla da tempo, il cui iter ora potrebbe finalmente entrare nel vivo. Aschieri è stata ospite alla Sala Regina di Montecitorio del convegno “Agire per salvare una vita”, incontro durante il quale si è discussa la proposta di legge presentata dai parlamentari Alessandro Amorese ed Enzo Amich. Il tutto nasce dall’idea di Fabio Costantino, stimato cardiologo di Massa. Aschieri ha portato l’esperienza di Progetto Vita e sostenuto questa proposta innovativa. Un’idea che ha già trovato il supporto anche di Anpas a livello nazionale.

La proposta nel dettaglio

La proposta dell’On. Alessandro Amorese prevede modifiche al Codice della strada e al decreto legislativo n. 59 del 2011, introducendo, tra i requisiti per il conseguimento della patente di guida, la conoscenza delle tecniche di primo soccorso e l’utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici. “Questa proposta – ha spiegato – nasce dalla volontà di rendere la formazione al primo soccorso un requisito di cittadinanza attiva, capace di salvare vite in attesa dell’arrivo degli operatori sanitari. È un passo che forma i cittadini e li mette nelle condizioni di agire in situazioni critiche. La formazione e l’istruzione, infatti, restano strumenti fondamentali per responsabilizzare le persone e accrescere la consapevolezza collettiva”.

Parallelamente, la proposta dell’On. Enzo Amich ha l’obiettivo di introdurre la formazione BLS-D (Basic Life Support and Defibrillation) nei programmi iniziali e periodici delle forze dell’ordine. La misura prevede, inoltre, la possibilità di stipulare convenzioni con enti accreditati per l’erogazione dei corsi. “La mia proposta – ha sottolineato l’On. Amich – mira a integrare nei programmi di formazione iniziale e periodica delle Forze di polizia e dei corpi di polizia locale corsi per il conseguimento della certificazione BLS-D. Tali corsi sono finalizzati a fornire competenze essenziali per il supporto delle funzioni vitali di base e l’uso del defibrillatore automatico esterno in situazioni di emergenza medica, come arresti cardiaci o traumi, al fine di incrementare le possibilità di sopravvivenza delle persone coinvolte, in attesa dell’intervento dei servizi di emergenza territoriali”.

La defibrillazione laica

Progetto Vita, come noi piacentini (e non solo ormai) ben sappiamo, ha tra i suoi obiettivi primari lo sviluppo della defibrillazione laica: medici e operatori del soccorso, certo, ma anche i semplici cittadini possono (e devono) mettere mano a un defibrillatore nel caso dovessero assistere a un arresto cardiaco. La defibrillazione laica, nel tempo, ha dimostrato come la comunità possa davvero diventare parte attiva del soccorso.

Diffondere la cultura della defibrillazione

Progetto Vita, da sempre, vuole portare l’insegnamento del defibrillatore in tutti gli ambiti possibili, dalle aziende alle scuole, dalle società sportive alle associazioni di volontariato: tutti dovrebbero essere pronti a intervenire per aiutare e salvare una vita. Senza rischi, dal momento che utilizzare il defibrillatore senza conoscerlo non può avere effetti dannosi sul paziente: se non conosciamo il defibrillatore non si infierisce sul paziente, ma se lo conosciamo gli possiamo salvare la vita.

E allora, perché non imparare a usare il defibrillatore mentre si impara a guidare? Dopotutto, una volta in possesso della patente, ognuno di noi diventa più “mobile”, si aggira di più tra le strade della città, trascorre più tempo in mezzo alla gente, e quindi aumentano le possibilità di salvare una vita.

Soccorso ed educazione

Abbiamo voluto portare la formazione alla rianimazione cardiopolmonare e all’uso del defibrillatore all’interno di tutte le scuole, di ogni ordine e grado. Nel progetto, gli insegnanti diventano essi stessi “docenti di defibrillazione”, dopo un percorso formativo specifico, e dedicano ogni anno almeno due ore di addestramento pratico a tutte le classi”, ha spiegato Aschieri alla Camera dei Deputati.

In questo modo, la cultura del soccorso entra stabilmente nel mondo dell’educazione, creando una generazione consapevole, capace di agire e di prendersi cura degli altri. Ecco perché considero questa proposta di legge, che introduce l’insegnamento delle manovre di rianimazione e dell’uso del defibrillatore nei corsi per il conseguimento della patente di guida, un passo decisivo per la salute pubblica del nostro Paese”.

Come ha spiegato Aschieri, formare ogni nuovo conducente significa aggiungere ogni anno decine di migliaia di cittadini in grado di intervenire tempestivamente: una rete nazionale di primi soccorritori, pronti a salvare vite in ogni luogo.

Progetto Vita ha dimostrato che la cultura del soccorso può diventare parte integrante del vivere civile. Oggi, con il vostro sostegno, possiamo estendere questa esperienza a tutta Italia, trasformando la formazione BLSD in un diritto e in un dovere civico.

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