“Vivere bene i conflitti per stare in salute”, oltre mille partecipanti al convegno sulla genitorialità

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Si sta svolgendo oggi il convegno “Vivere bene i conflitti per stare in salute” promosso dal Centro PsicoPedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti (CPP). Sul palco, dopo i saluti del Cogliere Regionale Luca Quintavalla, dell’Assessore di Piacenza Mario Dadati e dei due main sponsor Sodexo e Banca Etica, Daniele Novara, direttore del CPP, ha aperto i lavori.

Stare in salute è complicato

“Stare in salute è complicato: è un mix di fattori genetici, ambientali e psico-emotivi. Come ci ricorda l’OMS, la salute non è assenza di malattia, ma uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale” afferma Daniele Novara, pedagogista e autore di best seller “Il conflitto fa parte della vita: nelle famiglie, a scuola, sul lavoro, dentro di noi. Il problema non è la sua presenza, ma la difficoltà che abbiamo a gestirlo. Quando il conflitto viene evitato o vissuto come minaccia, rischiamo di logorare la nostra salute e il nostro equilibrio interiore. Imparare ad accettare e gestire il conflitto significa trasformarlo in occasione di cambiamento e benessere”.

Il convegno sta vedendo la partecipazione di più di 800 persone al Teatro Politeama di Piacenza e di più di 300 collegamenti streaming. Da Catania a Bolzano, da Cagliari a Genova passando per Roma, Napoli, Milano e Bologna, sono tante le persone che hanno deciso di iniziare un percorso verso una nuova concezione del termine “conflitto”. Una menzione speciale al gruppo più numeroso: 36 insegnati da Tortona.

Una connessione profonda con le proprie risorse

“Le tecniche di gestione dei conflitti sono un salva-salute perché stabiliscono una connessione profonda con le proprie risorse. Fra queste cito la rinuncia attiva e la capacità di vedere altri punti di vista. Sono tecniche che si possono apprendere e che sono utilizzabili nella vita di tutti i giorni” ha continuato Novara “accettare e gestire i conflitti è un anticorpo che si impara, non è un prodotto che si acquista”.

Durante la prima parte del convegno è stata anche presentata una innovativa ricerca, curata da Daniele Novara e dallo staff del CPP, che ha coinvolto 2304 genitori di cui 803 richiedenti aiuto nell’educazione dei figli.

Da tale ricerca emerge che la crescente fragilità educativa dei genitori ha una specifica origine nella difficoltà a reggere le tensioni conflittuali con i figli. Si tratta di una scoperta destinata a orientare con più precisione le politiche di aiuto alle famiglie.

La genitorialità contemporanea

“Questa ricerca restituisce un’immagine molto precisa della genitorialità contemporanea” afferma Antonella Gorrino, pedagogista, formatrice CPP e curatrice del report finale sulla ricerca “Non parliamo di genitori “malfunzionanti”, ma di genitori fragili emotivamente, immersi in una cultura che chiede efficienza e armonia, ma raramente insegna a stare nella tensione relazionale ed educativa”.

“I genitori del gruppo “sperimentale”, quelli che hanno chiesto aiuto, mostrano una minore competenza conflittuale complessiva e una maggiore tendenza disfunzionale. Autolesiva per le madri, aggressiva per i padri” continua Gorrino “Risulta evidente che quando la tensione relazionale non viene elaborata, si trasforma in fuga o controllo, in implosione o esplosione. Le madri tendono a interiorizzare la tensione, a trasformare la fatica educativa in colpa. I padri, al contrario, reagiscono più facilmente con modalità di attacco o rigidità. Entrambe le tendenze nascono da una stessa radice: la difficoltà a stare nel conflitto senza distruggere la relazione”.

Miguel Benasayag

Nella seconda parte della mattinata, dopo i saluti di Katia Tarasconi, Sindaca di Piacenza, sono intervenuti Miguel Benasayag e Silvia Vegetti Finzi.

Benasayag, filosofo, psicanalista e autore è partito dall’intelligenza artificiale per parlare degli individui e del conflitto

“Oggi viviamo una colonizzazione algoritmica perché la macchina ha invaso tutto, dalla cultura al nostro modo di pensare. Il problema chiaramente non è la tecnologia in sé, ma la nostra mancanza di prudenza nel suo utilizzo, dovuta anche alla fulminea velocità con cui il cambiamento è arrivato, e soprattutto la nostra totale delega ad essa” ha affermato il filosofo “Dobbiamo ristabilire l’alterità tra il vivente e l’artificiale, perché questa esiste ed è la sostanza di tutte e tutti noi. Ricordiamoci che non tutto può essere, per fortuna, modellizzato e richiuso in standard da bianco o nero”

“L’algoritmo sogna un mondo senza conflitto, ma un corpo vivo è un corpo in conflitto” ha continuato Benasayag “È la conflittualità che genera vita, regolazione, pensiero. Non dobbiamo spegnerla ma rilanciare e trasformare le catene in legami, perché la relazione è la condizione stessa del vivente.”

“Ogni desiderio di sicurezza è un desiderio di schiavitù perché è nei conflitti e nelle differenze che si può trovare la libertà” ha infine affermato “Dobbiamo proteggere i giovani non chiedendo loro di essere performanti, ma permettendo loro di prendersi il tempo di crescere. Una testa che ha avuto tempo per formarsi diventa una testa libera, e solo così possiamo resistere alla barbarie del presente”.

Silvia Vegetti Finzi

Silvia Vegetti Finzi, psicologa, pedagogista e autrice ha trattato l’argomento in modo maggiormente centrato sui bambini

“In questa società non permettiamo ai bambini di sbagliare, ma l’errore è fondamentale” ha affermato “I conflitti tra i bambini fanno parte dell’educazione e devono essere accettati. “Due sberle e via” non è il certo il modo di risolvere le situazioni, i conflitti vanno vissuti perché sono un momento altamente formativo”.

“I litigi, i contrasti, sono uno dei momenti più importanti dell’educazione perché con essi i bambini si esprimono, fanno i conti con l’altro, lo riconoscono” continua Vegetti Finzi “E quando l’adulto educa il bambino, finisce per educare sé stesso comprendendo quanto l’intervento debba essere una facilitazione e non una sostituzione. Imparando quindi, ancora una volta, a riconoscere l’altro”.

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