Cultura, la proposta del Pd in Regione: “Costituire un circuito verdiano dell’Emilia-Romagna con Parma e Piacenza”. FdI: “Governo già attivo”

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Promuovere, in raccordo con il ministero della Cultura, le Province di Piacenza e Parma e i Comuni interessati, la costituzione del “Circuito Verdiano dell’Emilia-Romagna”, comprendente tutti i siti legati alla vita e all’opera di Giuseppe Verdi, anche attraverso progetti integrati di promozione turistica, educazione musicale, spettacolo dal vivo e conservazione dei beni culturali. E’ la richiesta che Matteo Daffadà (Partito democratico) ha posto attraverso una risoluzione affinché il ministero della Cultura sia sollecitato ad avviare gli interventi su Villa Verdi, già oggetto di finanziamento, assicurando una gestione trasparente, partecipata e finalizzata alla piena fruizione pubblica della dimora.

Il legame tra opera lirica ed enogastronomia

Il consigliere chiede inoltre “di sviluppare, in raccordo con la Consulta degli Emiliano-Romagnoli nel Mondo, i Comuni coinvolti e le realtà culturali e turistiche della Regione, un progetto parallelo al Circuito Verdiano, finalizzato a valorizzare il legame tra opera lirica e cultura enogastronomica, promuovendo all’estero iniziative che integrino rappresentazioni musicali, degustazioni e narrazioni storico-culturali legate alla figura di Giuseppe Verdi, al fine di rafforzare la proiezione internazionale dell’identità emiliano-romagnola e il valore simbolico del patrimonio culturale e alimentare della Regione”.

“A fronte del lungo periodo di chiusura e delle incertezze che ancora gravano sul futuro del complesso di Villa Verdi, oggi patrimonio dello Stato -ha precisato Daffadà- occorre intervenire con tempestività affinché l’attuale stato di degrado e incuria non degeneri in danni irreversibili al patrimonio materiale e immateriale custodito nella Villa”.

Un’opportunità strategica

“La creazione di un Circuito Verdiano rappresenta un’opportunità strategica per valorizzare non solo Villa Verdi, ma anche gli altri luoghi significativi legati alla vita e all’opera del Maestro, come la casa natale a Roncole, il Teatro Verdi e Palazzo Orlandi a Busseto, il Teatro Regio di Parma e il  Festival Verdi. Tale circuito può integrare cultura, turismo, formazione e sviluppo locale”.

“La Regione Emilia-Romagna -ha proseguito il consigliere- si distingue da sempre per il suo impegno nella valorizzazione del patrimonio culturale e musicale, sostenendo iniziative che celebrano l’eredità artistica di figure iconiche come Giuseppe Verdi, riconosciuto a livello
internazionale come pilastro della musica operistica”.

Per queste ragioni Daffadà, attraverso la risoluzione, sollecita “il coinvolgimento di enti culturali, fondazioni, soggetti del Terzo Settore e imprese per garantire la sostenibilità e la valorizzazione del circuito nel lungo periodo” e chiede al governo “il pieno riconoscimento del Circuito Verdiano come bene culturale strategico a livello nazionale, anche in vista di eventuali candidature Unesco e di progettualità europee”.

Tagliaferri e Bocchi (FdI): “Su Villa Verdi e Circuito Verdiano il Governo è già attivo. Ma ora si apra un confronto anche in Regione

«Accogliamo con piacere la risoluzione del collega Daffadà (PD) sul Circuito Verdiano e sul rilancio di Villa Verdi, ma ci permettiamo di far notare che – forse sfuggito ai più – il Ministero della Cultura è già attivamente impegnato da mesi su questo fronte, con fondi stanziati, atti formali e una strategia chiara volta a restituire alla comunità un patrimonio non solo locale, ma nazionale e universale.»

Così Giancarlo Tagliaferri e Priamo Bocchi, consiglieri regionali di Fratelli d’Italia, interviengono nel dibattito avviato con la proposta di risoluzione presentata dal gruppo del Partito Democratico in Assemblea legislativa.

«La riapertura di Villa Verdi – sottolineano Tagliaferri e Bocchi – è già nei programmi operativi del Ministero, che ha avviato interventi strutturali e garantito un percorso di gestione trasparente, partecipata e finalizzata alla piena fruizione pubblica della dimora, nel rispetto dell’eredità artistica del Maestro e con un’attenzione concreta alla sostenibilità futura del sito.»

Sul fronte regionale, Tagliaferri e Bocchi si dicono favorevoli all’idea di un Circuito Verdiano strutturato, purché sia fondato su basi solide e durature, «coinvolgendo enti culturali, fondazioni, soggetti del Terzo Settore e imprese del territorio, al fine di garantire una vera sostenibilità, e non un circuito fatto di eventi estemporanei e autoreferenziali.»

I consiglieri di Fratelli d’Italia propongono che la discussione venga portata dentro le sedi istituzionali opportune, auspicando la convocazione di una sessione di confronto pubblica in Viale Aldo Moro, presso l’Assemblea legislativa: «Non possiamo permettere che il destino di un simbolo della nostra identità culturale venga definito solo tramite risoluzioni unilaterali, senza un confronto con tutte le forze politiche e i soggetti coinvolti.»

Tagliaferri e Bocchi evidenziano inoltre come il Governo Meloni stia seriamente valutando il pieno riconoscimento del Circuito Verdiano come bene culturale strategico nazionale, anche in vista di eventuali candidature Unesco e progetti europei per la valorizzazione del patrimonio musicale, artistico e territoriale.

«Siamo pronti a fare la nostra parte – concludono Tagliaferri e Bocchi – ma chiediamo alla Regione di fare altrettanto, uscendo dalla logica delle mozioni d’intenti e investendo energie vere, progettualità concrete e risorse stabili. Verdi merita molto più di una bella citazione a margine: merita un impegno autentico, condiviso e lungimirante.»

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