Fondazione Pia Pozzoli: “Attivare subito un tavolo di lavoro sulla disabilità”

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Attivare in modo sollecito, sulla base delle linee guida approvate dalla Regione Emilia Romagna, un tavolo di lavoro sulla disabilità a livello provinciale per il riavvio delle attività dei centri diurni.

Facendosi portavoce dei bisogni raccolti tra i familiari, lo chiede la Fondazione Pia Pozzoli per il “Dopo di Noi”, in una lettera inviata alla Presidenza e ai principali organi della Conferenza Territoriale Socio Sanitaria e per conoscenza ai sindacati.

“Siamo ora ufficialmente entrati nella fase più difficile e cruciale della gestione Covid19, quella in cui occorre passare dall’emergenza alla normalità post-pandemia, trovandoci di fronte alla necessità di riorganizzare gli interventi rivolti alle persone disabili in uno scenario completamente cambiato, con il rischio che con la riduzione dei servizi venga compromesso il lavoro per loro fatto finora e che per la difficile situazione socio- economica possano essere ridimensionati obiettivi importanti quali l’autonomia e la partecipazione sociale” sottolinea la Fondazione.

“In verità questa seconda fase si sta presentando molto complessa e oggi sono in forte aumento preoccupazioni, disuguaglianze e fragilità: dai contatti intercorsi con le famiglie emerge come esse temano per i propri cari il rientro nei servizi e se da un lato senz’altro chiedono che sia tutelata la loro salute e sicurezza, dall’altro auspicano che possano continuare gli interventi educativi, riabilitativi e sociali di cui hanno finora usufruito”.

“Appare quindi importante definire dapprima protocolli dettagliati di tutela sanitaria, in base ai quali tranquillizzare le famiglie organizzando per loro anche incontri insieme agli operatori con esperti del settore sulle modalità di sicurezza da applicare. Occorre poi rivedere l’organizzazione dei servizi in riferimento alle necessità attuali delle persone disabili che hanno più che mai ora bisogno di uscire dall’isolamento e riattivare gradualmente i progetti che erano già in corso, coinvolgendo le famiglie, per la maggior parte ridiventate negli ultimi mesi l’unico riferimento per l’accudimento e le attività del familiare disabile, e ponendo altresì attenzione alla tutela del lavoro del personale impegnato nelle varie attività educative.

“E’ importante quindi mettere in atto sinergie in grado di fare ripartire la cultura della disabilità con rimodulazione dei servizi e con adeguati finanziamenti – conclude la Fondazione -, attraverso un tavolo di lavoro ad hoc cui possano partecipare le famiglie, le associazioni e i soggetti che si occupano di disabilità, le amministrazioni comunali, l’Ausl e i sindacati al fine di far fronte in questo delicato momento delineando nuove e adeguate prospettive di sviluppo”.

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