Fol in Fest a Ferriere, Francesco Borgonovo: “La libertà è anche poter dire cose scomode”

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Un convegno che si è ben presto trasformato in una chiacchiera a tutto tondo; l’appuntamento con Francesco Borgonovo, vice direttore de La Verità a Ferriere per il Fol in Fest, è uno di quei momenti di confronto costruttivo, che partendo dal libro del noto giornalista diventa ben presto l’occasione per riflettere sulla società e sulle prospettive.

ùIntrodotto dal Sindaco di Ferriere, Carlotta Oppizzi e moderato dal direttore artistico della rassegna Massimo Polledri, l’incontro con Borgonovo, che tra gli altri impegni professionali è anche firma di Panorama e conduttore di programmi radiofonici e televisivi, ha preso il via dal suo saggio “Aretè. La decadenza e il coraggio”.

“La decadenza che stiamo vivendo – dice – è data dall’incapacità che ormai ci è propria di dibattere, di confrontarci. Ormai si punta solo a mettere a tacere chi la pensa in maniera diversa dal mainstreaming e abbiamo perso quella capacità di vedere l’altro e soprattutto di vedere le idee del dialogo”. Un dialogo che invece non manca nel pomeriggio di Ferriere che, condito da qualche goccia di pioggia sulle montagne dell’Appennino, diventa ben presto un focolare intimo dove mettere sul tavolo qualcosa di sé e del proprio essere. “Il coraggio – prosegue il giornalista – è quello di sostenere delle opinioni che siano diverse da quelle della massa, da quelle prevalenti, a destra come a sinistra, indipendentemente dal colore politico. E’ credere in qualcosa, avere dei valori che siano trascendenti rispetto a quelli che la fanno da padrone”.

Arriva quindi la domanda automatica: sembra ci siano dogmi oggi su cui tutti devono pensarla allo stesso modo. E’ una tendenza da cui potremo uscirne? E con quale strumento? “La libertà di pensiero si può avere oggi – risponde sicuro Borgonovo – il vero problema è avere un pensiero, cioè avere una visione diversa e autonoma rispetto a quello che viene inculcato e che domina i dibattiti televisivi e gli articoli di giornale. Il mio obiettivo, anche con questo saggio, è quello di avere un’apertura maggiore, una discussione ampia perché sono con la discussione si cresce. E’ con la discussione che siamo diventati grandi, che l’Europa e l’Occidente sono diventati quello che sono. E la libertà è anche criticare, dire delle cose scomode”.

Come scrive Richard Millet nella prefazione, l’Aretè di Borgonovo non è “un ritiro virtuoso ispirato all’antichità”, ma “una forma di resistenza e di coraggio” a una decadenza già in atto. Il dialogo di Ferriere è servito a riscoprire la voglia di dialogo e confronto, un monito a ragionare con la propria testa per poter crescere.

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