La Diocesi rinnova le proprie strutture: nel consiglio del Vescovo anche un diacono e una laica, nasce la figura del “vicario foraneo”

Lo spirito del Cammino sinodale che la Diocesi di Piacenza-Bobbio sta compiendo lo si avverte anche nell’adeguamento di alcune strutture e ruoli di responsabilità. Le novità sono state presentate nel corso di una partecipata assemblea dei sacerdoti svoltasi mercoledì mattina 30 novembre al Seminario cittadino di via Scalabrini sotto la guida del vescovo mons. Adriano Cevolotto, del vicario generale don Giuseppe Basini e del cancelliere don Mario Poggi.

L’ottica di questi cambiamenti è, da un lato, l’esigenza di mettere a fuoco l’esperienza della fraternità come tratto distintivo della comunità cristiana, dall’altro, l’importanza di favorire il percorso di attuazione delle Comunità Pastorali facendo crescere la corresponsabilità e il coinvolgimento sempre maggiore di diaconi e laici.

Il vicario foraneo

Il primo cambiamento riguarda i vicariati (zone pastorali che raggruppano più parrocchie e Comunità Pastorali), sette in tutto, dalla città alle aree più lontane dal centro (vicariato Piacenza e Gossolengo; val d’Arda; val Nure; bassa e media val Trebbia e val Luretta; val Tidone; Bobbio, alta val Trebbia e Oltrepenice; val Taro e val Ceno).

Nasce la figura del vicario foraneo, che va a sostituire il vicario episcopale territoriale. Il suo ruolo è delineato dal Codice di diritto canonico, ai canoni 553-555. Il vicario foraneo, che agisce d’intesa con il Vescovo, ha il compito di rendere operativa la struttura del vicariato, aiutando le parrocchie a lavorare insieme, e di farsi portavoce delle esigenze pastorali che emergono sul territorio nel Consiglio presbiterale di cui fa parte.

Il vicario foraneo punta perciò a promuovere l’attività pastorale del vicariato, visitando e conoscendo le singole comunità, promuovendo uno spirito di unità e di servizio tra sacerdoti, diaconi, religiosi e laici.

Nelle sue mansioni, anche quella di seguire, per quanto possibile, in un clima di fraternità i diversi sacerdoti, soprattutto nei momenti di difficoltà e malattia. Inoltre, a lui compete la verifica della corretta amministrazione parrocchiale e delle operazioni di aggiornamento degli archivi. Il vicario foraneo viene consultato dal Vescovo in occasione delle nomine dei nuovi parroci e ha l’incarico di seguire, quando una parrocchia risulta vacante, la conduzione di quella comunità fino alla nomina di un nuovo parroco.

Il vicario foraneo è nominato dal Vescovo che lo sceglie tra una lista di due o tre nominativi di parroci – in base al numero dei sacerdoti del Vicariato – espressa mediante voto segreto da parte del clero del Vicariato stesso. Il suo mandato dura cinque anni e può essere rinnovato.

La composizione del Consiglio del Vescovo

L’altro cambiamento riguarda il Consiglio del Vescovo che è l’organismo che il Vescovo consulta per le questioni più rilevanti del suo governo: dagli orientamenti pastorali della diocesi, pensati alla luce anche delle indicazioni del Papa e della Conferenza episcopale italiana, perché siano sempre più vissuti da tutta la compagine ecclesiale alle scelte sulla vita della diocesi e sugli incarichi pastorali di sacerdoti, diaconi e delle altre figure ministeriali.

Finora tale organismo era composto solo da sacerdoti; ora vi farà il suo ingresso anche una rappresentanza di diaconi e laici. Il Consiglio del Vescovo risulta così composto: vicario generale, vicario per il coordinamento degli Uffici pastorali, vicario per la vita consacrata, delegato per i sacerdoti anziani, delegato per la formazione dei preti giovani, e, infine, un vicario foraneo, un diacono permanente e una laica, questi ultimi tutti e tre scelti dal Vescovo. Il Consiglio ha un mandato di durata quinquennale.

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