Manifestazione ad Amazon e pioggia di avvisi orali, Si Cobas: “Gravissima repressione, provvedimenti per intimidire i lavoratori”

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Manifestazione ad Amazon d pioggia di avvisi orali, Si Cobas: “Gravissima repressione, provvedimenti per intimidire i lavoratori”. Riceviamo e pubblichiamo la nota del sindacato.

La nota dei Si Cobas

Il S.I.Cobas nazionale ribadiscono la condanna, già espressa in settimana, verso il gravissimo atteggiamento repressivo della questura di Piacenza.

Continuano infatti i provvedimenti di varia natura dopo lo sciopero che ha investito Amazon di Castel San Giovanni in occasione dello sciopero generale dei sindacati di base dell’11 ottobre.

Questa mattina la questura ha convocato altri scioperanti per comminare un “avviso orale”, provvedimento motivato da una presunta “pericolosità sociale”, solo perché questi hanno preso parte ad azioni di sciopero contro la precarietà, contro lo sfruttamento e contro quello che è con tutta evidenza sempre più un “regime”: quel modello Amazon a cui tende a conformarsi l’intero mercato del lavoro.

La questura di Piacenza si contraddistingue per essere una delle poche che a livello nazionale utilizza questi provvedimenti per intimidire i lavoratori: provvedimenti del tutto esorbitanti dato che parliamo appunto di lavoratori, oltretutto nell’esercizio di un diritto costituzionalmente garantito come lo sciopero, e non di criminali.

Che ciò avvenga nella Piacenza balzata agli onori delle cronache per la vicenda della caserma Levante, per gli arresti alla stessa questura nel 2013 (sei agenti della Questura– quattro in servizio da anni alla sezione narcotici della Squadra mobile, uno alla Digos e uno all’Immigrazione) e del presidente del consiglio comunale di Fratelli d’Italia condannato per ndrangheta grida vendetta.

Che avvenga poi verso persone che reclamano il sacrosanto rispetto del limite al ricorso ai contratti precari, oltretutto esponenti dell’unico sindacato che, oltre ad aver fatto recuperare miliardi di euro di evasione fiscale e contributiva ed aver garantito proprio in queste ore il pagamento dei tamponi a centinaia di lavoratori sprovvisti di green pass, grida ulteriormente vendetta.

Da un lato vi è chi si batte senza riserve e senza alcun ritorno personale per diritti che dovrebbero essere garantiti, dall’altro chi pervicacemente lo persegue come fosse un criminale, mentre rappresenta invece la parte sana di questa città.

Il S.I.Cobas nazionale rivendica la lotta contro la precarietà ad Amazon, che continuerà come continuerà la difesa di ogni lavoratore oppresso in città. Se Amazon non deciderà di rispettare l’adeguato contratto nazionale e di limitare il ricorso ai tempi determinati, il S.I.Cobas continuerà a colpirlo, invitando anche tutti i sindacati di base ad organizzare un giorno di protesta di 24 ore per bloccare ingresso/uscite di Amazon e difendere così tutti i lavoratori del nostro paese: l’estensione del modello Amazon riguarda infatti non solo i suoi dipendenti ma l’Italia nel suo complesso.

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