Ospedale di Castelsangiovanni, Lega: “L’esperienza virtuosa va tutelata, potenziare la struttura”

Dopo l’esperienza virtuosa dimostrata come centro Covid, ora occorre tutelare l’ospedale di Castel San Giovanni (Piacenza), ripristinando in esso tutti i reparti che, nel corso dell’emergenza erano stati trasferiti presso l’Ospedale Guglielmo da Saliceto di Piacenza. Anzi, oltre a riaprire il Pronto Soccorso, il nuovo corso del nosocomio di Castel San Giovanni dovrà ripartire da un potenziamento del personale”.

E’ quanto chiedono in una Risoluzione i consiglieri regionali piacentini, Valentina Stragliati e Matteo Rancan, che sottolineano anche “la posizione strategica di un presidio che, nel corso del tempo, è diventato strategico anche per i paesi lombardi di confine e per la stessa città di Piacenza”.

L’ Ospedale di San Giovanni è stato il primo in Italia ad essere interamente dedicato a fronteggiare la pandemia di Covid – 19. Dal 29 febbraio, il presidio ha visto riconvertiti, per fronteggiare l’emergenza da Coronavirus la totalità dei reparti, che sono stati trasferiti presso l’Ospedale Guglielmo da Saliceto di Piacenza, mentre il Pronto Soccorso è stato chiuso.

“La conseguenza di questa riconversione, è stata quella di lasciare un territorio molto esteso, come la Valtidone, privo di un presidio ospedaliero, costringendo i valtidonesi ad afferire all’Ospedale e al Pronto Soccorso di Piacenza, che per alcuni residenti della vallata, distano trentacinque chilometri, distanza insostenibile in fase di acuzie.

“Da qui la necessità di ripristinare la piena operatività dell’ospedale di Castel San Giovanni, col ritorno di tutti i reparti prima dislocati e col potenziamento del suo staff medico sanitario” concludono Stragliati e Rancan.

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