Uccise una prostituta 20enne nel 1999, Ylli Vangjelaj torna libero: “Ha già scontato la condanna in patria”

Giovane albanese accusato di violenza sessuale per presunti abusi sulla cugina

Si torna a parlare dell’omicidio di Betty Yadira Ponce Ramirez, la prostituta di 20 anni uccisa a Piacenza nel 1999. L’autore del delitto, Ylli Vangjelaj, è infatti tornato in libertà.

Arrestato in Grecia, a gennaio è stato portato in Italia, in carcere a Viterbo, per scontare una condanna a 22 anni e otto mesi per un omicidio commesso a Piacenza nel dicembre 1999: l’assassinio di Betty Yadira Ponce Ramirez, una prostituta brutalmente uccisa in riva al Po da tre uomini, nel giorno del suo 20esimo compleanno.

La decisione della Corte d’appello di Bologna

Ma Ylli Vangjelaj, albanese, è stato di recente liberato. La Corte di assise di appello di Bologna, accogliendo l’istanza della difesa, il penalista Savino Lupo del foro di Bologna e Daniele Sussman Steinberg di Milano, ha stabilito infatti, al termine di un incidente di esecuzione, che il 49enne in realtà ha già scontato la condanna in patria e non può più essere detenuto per quella sentenza, per il principio del ne bis in idem.

Il delitto

Il delitto maturò nell’ambiente dello sfruttamento della prostituzione e i nomi dei tre responsabili emersero fin da subito, ma tutti e tre riuscirono a fuggire all’estero. Qualche anno dopo vennero condannati in contumacia dalla Corte di Assise di Piacenza: ergastolo per Erjon Sejdiraj, considerato l’elemento di spicco, 23 anni ai complici, Robert Ziu e Vangjelaj.

I carabinieri non si sono arresi e nel tempo li hanno rintracciati: l’ultimo è stato proprio Vangjelaj, preso nel 2018, in Albania. Ma il tribunale di Valona, all’epoca, rigettò la richiesta di estradizione avanzata dall’Italia, ritenendo che l’uomo avesse già espiato tutto in patria: la condanna dell’autorità italiana era stata riconosciuta dalla giustizia albanese, con pena rideterminata in 11 anni, di cui tre condonati.

In seguito Vangjelaj si è trasferito in Grecia dove è stato nuovamente raggiunto dall’ordine di cattura e questa volta consegnato all’Italia. Ma dopo un primo rigetto della Corte di assise di appello, in seguito ad un annullamento con rinvio della Cassazione i giudici bolognesi (presidente Rocco Criscuolo, estensore Rossella Materia) si sono nuovamente pronunciati riconoscendo le ragioni della difesa: la sentenza non è ulteriormente eseguibile, in quanto la pena definitiva è già stata scontata. Risultato, il condannato è stato liberato ed è tornato in Albania.

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