“I vari provvedimenti, nazionali e regionali, hanno ristretto notevolmente la possibilità di operare delle imprese commerciali emiliano-romagnole del settore non alimentare nel mese di novembre e rischiano di complicare le cose anche nel prossimo dicembre”. È il grido d’allarme che lancia Confesercenti rispetto alla situazione di un settore che si appresta a vivere il periodo dell’anno maggiormente significativo per i bilanci aziendali ma che rischia seriamente di vederli compromessi a causa della situazione generale e di un aumento esponenziale della concorrenza online.
“Impossibile partecipare a iniziative che spopolano sul web”
“I negozi extralimentari – continua Confesercenti – in Emilia-Romagna hanno già perso due domeniche generalmente proficue per gli incassi; quelli posti all’interno dei centri commerciali invece subiranno la settimana prossima la chiusura per il terzo week-end di fila. Questo ha praticamente reso impossibile, per queste imprese, partecipare a iniziative commerciali ormai importanti come il ‘Black Friday’ e i ‘Black Weekend’. Iniziative che invece spopolano sul web. A soffrire sono in particolare i negozi di abbigliamento, calzature e accessori ma il problema riguarda un po’ tutte le merceologie”.
Per questo motivo la Confesercenti ha presentato un esposto all’Autorità Garante della Concorrenza e del mercato. “Il problema non è impedire le vendite online ma la necessità non più differibile di garantire un mercato realmente concorrenziale; nel rispetto del pluralismo distributivo”. Lo sostiene il Direttore di Confesercenti Piacenza, Fausto Arzani.
Mentre, infatti, i negozi fisici sono chiusi dalle normative, il canale delle vendite web, controllato da gruppi spesso con sede in altri Paesi, di fatto agisce ed opera in condizioni di monopolio; trasferisce inoltre all’estero gran parte della ricchezza generata dagli acquisti online grazie a un regime fiscale di vantaggio rispetto a quello italiano”.
“L’e-commerce è un canale di vendita importante anche per le imprese di ‘vicinato’; sempre di più, infatti, in particolare dopo il lockdown, hanno iniziato ad utilizzare le forme di commercio digitali. Ma finché non vi saranno pari condizioni anche da un punto di vista fiscale la concorrenza sarà sempre alterata a discapito delle imprese più piccole”.
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