Regge il tessuto industriale piacentino, 1,27% di crescita nel primo semestre: bene edilizia e alimentare, rallenta la meccanica – AUDIO

blank

Il sistema economico di Piacenza sta tenendo, nonostante alcuni settori in calo. Emerge dall’indagine congiunturale sull’andamento dell’industria nel I semestre 2025. Una crescita complessiva dell’1,27%: bene l’agroalimentare, in aumento del 3%, soffre la manifattura meccanica. Rallentano le esportazioni. Pesa sul tessuto industriale la questione legata ai dazi.

Stabilità e reattività

L’industria piacentina continua a confermare la propria capacità di mantenere stabilità e reattività, grazie a una consolidata propensione a cogliere gli stimoli favorevoli provenienti da un contesto economico globale sempre più complesso. Pur in presenza di segnali di incertezza in alcuni comparti, il settore manifatturiero nel suo insieme mantiene una certa tenuta. Le previsioni per il secondo semestre rafforzano questo quadro, delineando una prospettiva positiva anche a fronte delle difficoltà dello scenario attuale.

Questo è quanto emerge dai risultati dell’ultima Indagine Congiunturale condotta da Confindustria Piacenza presso le imprese manifatturiere associate, che analizza la variazione tendenziale dei principali indicatori nel primo semestre 2025 e raccoglie le aspettative per il secondo.

I dati

Nel periodo esaminato, il fatturato complessivo del settore manifatturiero ha registrato un incremento dell’1,27% rispetto allo stesso semestre dell’anno precedente. A sostenere la crescita è stato soprattutto il mercato interno, con un aumento dell’1,35%, mentre il contributo del mercato estero si è limitato al +0,56%, a dimostrazione della complessità del quadro globale. Questo andamento rappresenta un cambio di segno rispetto alle rilevazioni precedenti, in cui tradizionalmente erano proprio le esportazioni a sostenere principalmente lo sviluppo del comparto.

Anche sul fronte occupazionale si registra una sostanziale stabilità: la variazione complessiva è stata del -0,05%, un dato che, pur presentando un segno negativo, conferma la tenuta dell’occupazione dopo otto semestri consecutivi di crescita.

Le aspettative per il secondo trimestre

Le aspettative degli imprenditori per il secondo semestre sono improntate alla fiducia: le previsioni indicano una tendenza positiva per tutti gli indicatori monitorati, addirittura più favorevole rispetto alla precedente rilevazione. Questa tendenza è sostenuta da diversi fattori di contesto.

Il mercato dell’Unione Europea

In primis, il mercato dell’Unione Europea offre, in questa fase, segnali interessanti e incoraggianti. In primo piano si colloca la Germania, dove l’immissione di nuove risorse pubbliche a sostegno della difesa e delle infrastrutture apre prospettive favorevoli per numerosi comparti produttivi. Si distingue anche la Spagna, che registra una crescita significativa anche nel settore automotive, in controtendenza rispetto alla dinamica europea complessiva. Questo rafforzamento del sistema economico spagnolo consolida ulteriormente il suo ruolo di quarto mercato di sbocco per le esportazioni piacentine. Sul piano macroeconomico, assume rilievo il processo di graduale riduzione dei tassi di interesse nell’area Euro, che rappresenta un incentivo importante per gli investimenti.

Ulteriori elementi contribuiscono, seppur con effetti contrastanti, a definire il quadro complessivo.

Da una parte l’apprezzamento dell’euro fornisce un elemento di stabilità: il rafforzamento della valuta unica permette infatti di contenere i costi delle importazioni, in particolare di beni energetici acquistati in dollari, con effetti positivi sull’inflazione e sui consumi interni.

Dall’altra, la svalutazione del dollaro, combinata con l’introduzione di nuovi dazi da parte degli Stati Uniti, rappresenta una minaccia concreta alla competitività delle imprese italiane, in un contesto globale già indebolito sotto il profilo commerciale.

Il PNRR

A livello domestico, prosegue l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che continua a sostenere gli investimenti in infrastrutture e costruzioni, seppur in un contesto in cui gli incentivi all’edilizia residenziale si sono progressivamente ridotti. È pur vero che l’effetto dello stesso PNRR andrà ad esaurirsi nel corso del 2026, tra fondi inutilizzati e riforme previste ma inattuate, segnando un’occasione persa per il miglioramento della produttività del sistema economico nazionale.

Rimangono, come fattori di rischio da tenere sotto osservazione, la crisi strutturale del comparto automotive, anche a seguito delle politiche industriali europee, e l’elevato costo dell’energia, che continua a penalizzare la competitività del sistema produttivo italiano.

Nel periodo in esame, il fatturato complessivo delle imprese manifatturiere ha segnato un incremento del +1,27% rispetto allo stesso semestre dell’anno precedente. La crescita è trainata prevalentemente dal mercato interno, che registra un aumento del +1,35%, a fronte di un contributo più modesto del mercato estero (+0,56%). Questo evidenzia una parziale inversione di tendenza rispetto alle precedenti rilevazioni, dove erano le esportazioni a sostenere l’espansione del comparto.

Il settore alimentare si conferma tra i comparti più dinamici, con un incremento del +2,91% nel fatturato totale, sostenuto sia dal mercato interno (+4,13%) sia da quello estero (+2,20%).

Rallentamento per il settore meccanico

Al contrario dell’andamento complessivamente positivo del manifatturiero piacentino, il settore meccanico – il più rilevante per dimensioni all’interno del comparto locale – mostra segnali di rallentamento. Nel primo semestre del 2025, il fatturato complessivo ha registrato una contrazione del – 0,77%. Il calo è dovuto in particolare alla flessione delle vendite sui mercati esteri (-1,77%), mentre il mercato interno evidenzia una lieve crescita (+0,51%).

Questo dato pesa in modo significativo su un comparto tradizionalmente orientato all’export, in cui le vendite estere rappresentano circa la metà del fatturato complessivo. È tuttavia importante sottolineare come il settore meccanico locale sia articolato in diverse filiere produttive, ciascuna caratterizzata da specifiche dinamiche settoriali. Di conseguenza, le imprese reagiscono in modo differenziato, in funzione dell’andamento del mercato di riferimento.

In particolare, le aziende meccaniche che operano all’interno di filiere in espansione – come quelle legate alla difesa, aerospazio e infrastrutture energetiche – risultano attualmente favorite, potendo beneficiare di una domanda in crescita e di maggiori opportunità di sviluppo. Queste nicchie ad alta specializzazione offrono quindi possibilità concrete di compensare, almeno in parte, le difficoltà registrate in altri segmenti e contesti geografici più esposti alle tensioni globali.

Il comparto dei materiali edili, che si conferma a vocazione esclusivamente interna, registra una crescita del +2,35%. L’andamento è in linea con la prosecuzione dei progetti infrastrutturali e alcuni residui effetti dei bonus edilizi.

Molto positiva la performance del settore delle industrie varie (che raccoglie aziende di subsettori eterogenei, tra cui arredo, legno, chimica, plastica) che segna un incremento del +4,53% del fatturato totale, grazie soprattutto al forte recupero dell’export (+8,51%), in grado di compensare la leggera flessione del mercato interno (-0,59%).

IL QUADRO INTERNAZIONALE E ITALIANO

Riportiamo di seguito il commento sul quadro internazionale ed italiano, rappresentato nell’ultima edizione della Congiuntura Flash del Centro Studi Confindustria nazionale.

Scenario complicato

Gli ulteriori annunci sui dazi USA hanno alzato l’incertezza ed erodono la fiducia: insieme al dollaro svalutato sono pessime premesse per export, consumi, investimenti. Notizie positive vengono dal parziale rientro del prezzo del petrolio, l’inflazione contenuta, il sentiero di tagli dei tassi nell’Eurozona. L’industria italiana appare stagnante nel 2° trimestre, mentre i servizi crescono poco.

Dollaro svalutato

Il cambio del dollaro resta molto svalutato sull’euro (poco nei confronti delle altre divise): 1,17 in media a luglio con picchi a 1,18, da un minimo di 1,04 a gennaio (+13,3%) e 1,08 in media nel 2024. L’indebolimento è alimentato dai dazi e dalle peggiori attese sull’economia americana.

Tregua per l’energia

Il balzo del prezzo del petrolio a giugno si è rivelato di breve durata, grazie al cessate il fuoco tra Israele e Iran (71 $/barile in media a luglio, da un picco di 79 il mese prima). Le quotazioni, però, restano alte rispetto al calo precedente legato ai dazi (64 dollari in media a maggio).

Tassi in calo

L’inflazione resta bassa in Italia (+1,7% a giugno) e nell’intera Eurozona (+2,0%). Tra tre giorni la BCE potrebbe tagliare ancora i tassi, portati al 2,00% a giugno. Ciò abbassa il costo del credito per le imprese italiane (3,7% a maggio) e continua a sostenere la risalita dei prestiti (-1,4% annuo). Investimenti deboli. Gli indicatori segnalano indebolimento nel 2° trimestre: le condizioni per investire peggiorano; la fiducia delle imprese recupera a giugno ma su valori bassi (93,9 da 93,1 a maggio), in calo rispetto al 1°; scendono gli ordini di beni strumentali, negativi da mesi (-19,0, da -17,7), anche se le attese tornano positive. Pesa l’alta incertezza, nemica giurata delle decisioni di investimento.

Consumi in frenata

Nel 1° trimestre il reddito reale è cresciuto a buon ritmo (+0,9%), ma i consumi sono aumentati molto meno (+0,2%), frenati dall’aumento della quota di risparmio, a causa dell’incertezza e

Trovare stimoli positivi nella complessità della bassa fiducia delle famiglie. Per il 2° trimestre lo scenario non è migliore: occupazione in lieve crescita a maggio, ma la fiducia è scesa ancora a giugno, le vendite al dettaglio registrano una variazione acquisita nulla e le immatricolazioni di auto crollano (-17,4% annuo).

Rallentano i servizi

Per il 2° trimestre, gli indicatori sui servizi sono un po’ meno favorevoli. La spesa dei turisti stranieri è cresciuta del +5,2% annuo in aprile. RTT (CSC-TeamSystem) stima un fatturato in crescita nel trimestre, nonostante il ribasso a maggio. L’HCOB-PMI scende a giugno, pur indicando espansione (52,1 da 53,2), mentre la fiducia delle imprese risale per il secondo mese consecutivo.

L’industria torna in calo

A maggio la produzione è tornata a scendere in Italia (-0,7%), dopo il buon dato di aprile e del 1° trimestre. RTT aveva anticipato il calo di maggio nell’industria (in termini di fatturato) e l’indagine CSC a giugno suggerisce prudenza delle imprese: i dazi mettono di nuovo a rischio la manifattura. A giugno, il PMI è sceso più in area recessiva (48,4 da 49,2), mentre la fiducia delle imprese industriali recupera per il secondo mese, trainata dalle attese.

Export già debole e a rischio-dazi

L’export italiano di beni è in calo nel 2° trimestre (-3,6% in valore in aprile-maggio sul 1°), soprattutto nei mercati extra-UE (-5,7%), meno nell’intra-UE (-1,5%). Si amplia il deficit commerciale con la Cina: in caduta il nostro export, in forte aumento l’import. Tengono ancora gli scambi con gli Stati Uniti, ma in un clima di forte incertezza

Eurozona in difficoltà

A maggio la produzione è calata in Francia (-0,5%), cresciuta in Germania (+2,2%) e Spagna (+0,6%). A giugno, tuttavia, gli indicatori segnalano calo della fiducia e incertezza elevata. Gli indici PMI di servizi e manifattura suggeriscono un’Eurozona in difficoltà nel 2° trimestre (in entrambi i settori, Germania e Francia sono in affanno), con l’eccezione della Spagna in espansione.

USA: produzione in crescita

Il PIL USA nel 1° trimestre è stato rivisto al ribasso, più dell’atteso, anche se è stato solo marginalmente negativo (-0,1%). A giugno, la produzione industriale è stata superiore alle attese, in linea con il PMI manifattura (52,9 da 50): nel 2° trimestre è cresciuta di +0,3%. La fiducia dei consumatori è migliorata a luglio, anche a seguito del forte aumento degli occupati (+147 mila).

Cina in salute

La crescita del PIL segna +5,2% nel 2° trimestre, trainata dalla manifattura (+6,8% annuo a giugno), specie i settori high-tech come robotica e veicoli elettrici. La domanda estera resta robusta (+5,8%), soprattutto l’export verso il Sud-Est Asiatico (+16,8%) e l’UE (+7,6%). Le vendite al dettaglio, invece, frenano (+4,8% a giugno, da +6,4%) segnalando persistente volatilità dei consumi. L’obiettivo di crescita annua al 5,0% resta incerto e potrebbe richiedere ulteriori stimoli alla domanda interna

Iscriviti per rimanere aggiornato!

Compilando i campi seguenti potrai ricevere le notizie direttamente sulla tua mail. Per garantire che tu riceva solo le informazioni più rilevanti, ti chiediamo gentilmente di mantenere aggiornati i tuoi dati.

Cover
Seleziona il canale...
 
Radio Sound Logo
Radio Sound
blank blank