Dopo la pandemia si torna a celebrare l’anniversario dell’Arma dei carabinieri: “Le crisi sono il momento per cogliere nuove opportunità, ora guardiamo al rilancio del Paese” – FOTO e VIDEO

“Dopo due anni di assenza, svolgiamo questa cerimonia nelle forme che il COVID ci consente. Una celebrazione che non ci permette ancora di festeggiare come vorremmo, anche a livello conviviale, ma non per questo meno solenne. Certamente, è una cerimonia che deve essere connotata da ottimismo per il nostro futuro”. Con queste parole il Comandante Provinciale di Piacenza, Colonnello Paolo Abrate, ha aperto le celebrazioni del 208esimo anniversario della fondazione dell’Arma dei Carabinieri.

Un ritorno all’aperto e al pubblico dopo due anni di pandemia.

Oltre ad uno schieramento di formazione di militari erano presenti anche rappresentanze dell’Associazione Nazionale Carabinieri, i medaglieri e i labari delle associazioni combattentistiche.

Nel corso della manifestazione, è stata data lettura del messaggio del Presidente della Repubblica e dell’Ordine del giorno del Comandante Generale dell’Arma Gen. C.A. Teo Luzi. Poi è intervenuto il Comandante Provinciale di Piacenza, Colonnello Paolo Abrate, ed infine verranno consegnate alcune ricompense ai militari del Comando Provinciale che si sono distinti in attività di servizio.

L’INTERVENTO DEL COMANDANTE ABRATE

Sebbene il Paese stia vivendo momenti difficili, la storia ci insegna che le crisi sono anche il momento delle scelte decisive, per cogliere nuove opportunità.

Per questo, l’Arma guarda oggi al rilancio del Paese, attenta ad affrontare gli aspetti di sicurezza nei settori trainanti della ripresa:il lavoro, l’innovazione digitale, la transizione ecologica e gli investimenti economici.

Il lavoro può crescere solo nella dignità delle occupazioni e l’articolo 4 della Costituzione ci ricorda che ogni cittadino deve concorrere con la propria attività “al progresso materiale o spirituale della società”.

Non è privo di significato che il più antico dei Reparti speciali dell’Arma sia proprio il Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro, costituito nel 1926 e che ha una sede anche a Piacenza.

Gli infortuni e le morti sul lavoro feriscono la nostra coscienza e sono un monito a salvaguardare la sicurezza: diritto fondamentale in ogni società che voglia dirsi autenticamente “civile”.

Altro aspetto riguarda l’innovazione digitale.

Essa, da un lato, ha favorito ogni attività, consentendo di superare le difficoltà del distanziamento sociale, ma, dall’altro lato, ha anche generato nuove insidie.

Infatti, c’è una sicurezza che può essere migliorata attraverso la tecnologia e una sicurezza da preservare nonostante la tecnologia.

Per questo, l’impegno dell’Arma è sempre più rivolto allo spazio virtuale, per imprimere efficienza a tutti i servizi a vantaggio dei cittadini, ma anche per contrastare l’uso ostile della rete da parte della criminalità, enormemente cresciuto durante la pandemia.

La tecnologia sta anche avendo profondi effetti sulla condizione giovanile.

La superficialità delle relazioni interpersonali e la ricerca compulsiva di gratificazioni istantanee sul web alimentano un’onda lunga di disagi, che possono trasformare la naturale esuberanza dell’età in aggressività gratuita, fonte anche del cyberbullismo.

Su questo ambito, l’Arma ha aperto una riflessione, lavorando per anticipare situazioni di possibile rischio, attraverso il pattugliamento della rete internet, con l’obiettivo di disinnescare sul nascere derive pericolose per la stessa incolumità dei ragazzi.

L’ascolto dovuto a tutti i cittadini, è ancor più importante verso i giovani.

Per questo, i Carabinieri collaborano con i presidi e gli insegnanti della provincia di Piacenza, per diffondere i principi di una buona cittadinanza nelle scuole. Nell’anno scolastico appena terminato, abbiamo avuto incontri con oltre 3.000 studenti.

La sicurezza si iscrive anche nel perimetro, non più eludibile, della transizione ecologica.

I Carabinieri forestali si prendono cura della nostra meravigliosa provincia, ricca di inestimabili bellezze naturali, esprimendo la “prossimità ambientale” dell’Arma.

Un impegno intenso, riconosciuto dal Presidente della Repubblica con la concessione, oggi a Roma, della Medaglia d’Oro al Merito Civile alla Bandiera dell’Arma.

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Ulteriore aspetto di sicurezza per la nostra società sono gli investimenti economici.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è un’opportunità per l’Italia e l’Arma, in piena unità d’intenti con la Prefettura, la Magistratura e le altre Forze di polizia, rivolgerà la massima attenzione, di prevenzione e investigativa, per proteggere dalla potenziale aggressività degli interessi criminali le ingenti risorse stanziate.

Consentitemi di concludere il mio intervento con una riflessione sul nostro complicato presente e sul ruolo che l’Arma deve svolgere, unitamente a tutte le altre Istituzioni, per assicurare un futuro radioso al nostro Paese.

In particolare, ritengo perfettamente attagliate al nostro oggi le considerazioni di Noah HARARI nel libro “Homo Deus: una breve storia sul futuro”.

È uno scritto che approccia storicamente la condizione umana, individuando alcuni eventi di portata globale che colpiscono ciclicamente l’homo sapiens.

Quando avevo letto il libro nel 2015, avevo ritenuto “poco probabili” le valutazioni che presentava.

Ma, vi devo dire che HARARI, già 7 anni fa, aveva previsto ciò che abbiamo vissuto e stiamo vivendo.

Infatti, lo scrittore individua le PANDEMIE quale elemento che affligge l’umanità da sempre e continuerà a farlo. Fortunatamente, evidenzia però che le pandemie, a differenza dei secoli scorsi, possono oggi essere meglio superate grazie alla conoscenza scientifica.

E invero, abbiamo visto tutti come, grazie alla ricerca in campo sanitario, in soli 10 mesi, siamo riusciti a produrre i vaccini che ci hanno consentito di superare il COVID.

In merito alla pandemia, mi preme sottolineare che, durante i 2 anni di emergenza sanitaria, nessuna delle Stazioni Carabinieri di Piacenza ha cessato le proprie attività.

Una scelta istituzionale corale, condivisa dai Carabinieri di ogni grado, tutti consapevoli della necessità di raggiungere ovunque ogni cittadino, perché nessuno si sentisse abbandonato.

Nell’emergenza, abbiamo proseguito i nostri servizi di prevenzione e di contrasto al crimine.

Inoltre, abbiamo concorso al controllo delle misure anti-Covid.

Ma abbiamo fatto anche tutto il possibile per corrispondere alle più immediate esigenze dei cittadini.

Abbiamo fatto la spesa per quelli in quarantena e soli.

Abbiamo distribuito tablet alle famiglie, affinché i ragazzi potessero seguire le lezioni a distanza.

Abbiamo assistito gli anziani nel ritiro delle pensioni e nelle prenotazioni on-line delle vaccinazioni, raggiungendoli a casa nelle zone più isolate della nostra provincia.

Come ho già avuto modo di dire, abbiamo imparato anche a sorridere dietro la mascherina.

È stato il nostro modo di prenderci cura della Provincia di Piacenza in difficoltà, insieme con tutte le altre Istituzioni.

E questo, è stato un impegno non privo di rischi.

Ad oggi, sono 144 i Carabinieri di Piacenza contagiati dal Covid, di cui 7 sono stati ricoverati in gravi condizioni. Alcuni, purtroppo, hanno riportato ripercussioni permanenti per la salute.

A loro va il nostro riconoscente pensiero e la nostra vicinanza, che accomuno al ricordo di tutti i Caduti in ambito nazionale.

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Tornando al libro di HARARI, altra costante che affligge ciclicamente l’umanità è, purtroppo, la GUERRA.

Devo dire che, nel 2015, anche questo lo ritenevo poco probabile, soprattutto per l’Europa di cui facciamo parte.

Sfortunatamente, le vicissitudini degli ultimi mesi ci hanno fatto sentire, vicini come non mai, il conflitto Russo-Ucraino e lo spettro della minaccia nucleare.

È una guerra che ha forti ripercussioni sulla nostra quotidianità e sull’impegno di tutte le Istituzioni. 

Infatti, anche a Piacenza, in sinergia con la Prefettura e le altre Forze di polizia; unitamente all’AUSL, ai Comuni, alle scuole e alle associazioni del 3° settore e religiose, i Carabinieri sono da 3 mesi coinvolti nelle delicate attività di assistenza ai profughi ucraini.

Inoltre, l’Arma è al fianco delle altre Forze Armate italiane, pronta ad operare nello scacchiere internazionale, secondo gli impegni del nostro Paese.

Concludo citando Dostoevskij, il quale ha affermato che “Il segreto dell’esistenza umana non è vivere per vivere, ma avere qualcosa per cui vivere”.

Ebbene, devo dire che noi Carabinieri siamo molto fortunati, in quanto la nostra missione ci dà tante, ottime, ragioni per vivere tutti i giorni, aiutando con orgoglio i nostri cittadini e il nostro Paese.

Viva l’Italia,

viva tutte le Sue Istituzioni che oggi ci sono vicine,

viva l’Arma dei Carabinieri.

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