Aria e suolo, Legambiente: “I dati più negativi degli ultimi dodici anni, ma il governo decide di tagliare i fondi”

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Mentre il Rapporto ISPRA certifica nel 2024 che il consumo in Italia arriva a 83,7 km²- il valore più alto degli ultimi dodici anni (I’Emilia Romagna prima regione in Italia con 10 km² e la provincia di Piacenza 1 km²), il Governo decide di tagliare i fondi alla qualità dell’aria nel bacino padano, un atto difficilmente giustificabile, che mette a rischio la salute di 25 milioni di cittadini. Così in una nota Legambiente.

LA NOTA DI LEGAMBIENTE

Una vera e propria azione a tenaglia, consumo di suolo e qualità dell’aria, che dimostra – se ancora ce ne fosse bisogno – l’assoluta miopia di buona parte della classe dirigente italiana di fronte all’urgenza di misure efficaci per una vera transizione ecologica.

Lo dimostra il disegno di legge di bilancio attualmente in esame al Senato, che prevede paradossalmente un forte taglio al “Fondo per il finanziamento di specifiche strategie di intervento volte al miglioramento della qualità dell’aria nell’area della pianura padana” (capitolo 8404), per gli anni 2026, 2027 e 2028. La riduzione prevista delle risorse è del 75%; un taglio enorme che compromette gravemente l’attuazione dei piani regionali della qualità dell’aria, mettendo a rischio il rispetto dei valori limite previsti dalle norme europee.

La decisione è ancora più incomprensibile se si considera che nel 2030 entreranno in vigore i nuovi limiti di concentrazione degli inquinanti dell’aria previsti dalla direttiva UE 2024/2881. Basti pensare che il limite annuale di PM 2,5 scenderà da 25 µg/m³ a 10 µg/m³; mentre il limite annuale si abbasserà da 40 µg/m³ a 20 µg/m³.

Tutto ciò mentre i dati dell’Agenzia Europea per l’Ambiente relativi al 2023, segnalano che le vittime del PM2,5 (particolato fine) in Europa sono state circa 238.000 e tra queste quelle italiane sono state 43.000, collocate prevalentemente in pianura padana.

Dati che dovrebbero particolarmente preoccupare gli abitanti di Piacenza, considerato che, nonostante un leggero miglioramento negli ultimi anni, nel Rapporto ARPAE del 2024 le stazioni di rilevamento di via Giordani e di Gerbido hanno fatto registrare 40 giornate con concentrazioni medie di PM10 superiori ai 50 μg/m3, non rispettando il limite dei 35 giorni di superamento stabiliti dalla normativa. Le Pm 2.5 restano alte per tutta la stagione invernale; l’ozono registra in tutte le stazioni un numero di giorni fuori norma abbondantemente al di sopra dei 25 annui consentiti.

Per questo Legambiente chiede a tutte le forze politiche locali di farsi portavoce in regione ed a livello nazionale affinchè il Parlamento ripristini i fondi previsti e consideri la qualità dell’aria come una priorità assoluta non rinviabile, soprattutto per la pianura padana, non come una voce di spesa da sacrificare. Anche tenuto conto delle procedure di infrazione in corso da parte della Commissione Europea.

A Piacenza, nel recente appello per una COP 30 “locale”, promosso insieme alle componenti politiche e sindacali più sensibili alla tutela ambientale e della salute dei cittadini, abbiamo sottolineato la necessità di una svolta, anche nelle decisioni politiche e amministrative locali, per le quali sarebbe indispensabile un confronto pubblico approfondito che auspichiamo si possa organizzare agli inizi del prossimo anno.

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