Arresto cardiaco in un bar, 68enne salvato col defibrillatore da due volontari Anpas fuori servizio: “Quando indossi una divisa la indossi sempre” – AUDIO

Defibrillatore a Marzonago
Defibrillatore Progetto Vita
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Si trovava seduto a uno dei tavolini del suo bar quando è stato colto da arresto cardiaco. Vittima il titolare dello stesso locale, un uomo di 68 anni. I fatti sono accaduti sabato scorso a Vernasca. L’uomo era seduto a un tavolo in compagnia di un amico/cliente quando ha accusato il malore. Ma nel dramma, il 68enne è stato parecchio fortunato: già perché l’amico con cui stava chiacchierando era Cesare Lusignani, volontario della Pubblica Assistenza da ben 17 anni. E infatti Cesare si è accorto immediatamente di ciò che stava accadendo: “Ha cominciato a tendere i muscoli e all’inizio sembrava si stesse stiracchiando. Poi quando ha calato la testa all’indietro iniziando a soffiare con la lingua ho capito che era in atto un arresto cardiaco”.

Prontamente Lusignani ha lanciato l’allarme e dai tavoli è intervenuto un altro cliente, anch’egli volontario della Pubblica. Insieme hanno adagiato il titolare sul pavimento. Lusignani è corso ad agguantare il defibrillatore installato nella vicina piazza da Progetto Vita, mentre l’altro volontario ha continuato con la manovra di rianimazione cardio-polmonare fino all’arrivo del defibrillatore. “Quando l’ho applicato mi ha permesso di scaricare sul petto del titolare solo due scosse, il cuore era già tornato a battere”. Subito dopo è arrivato il 118 che ha condotto il 68enne all’ospedale di Parma in elicottero.

Dopo un paio di giorni il mio amico titolare del bar mi ha telefonato per ringraziarmi e per comunicarmi che fortunatamente è fuori pericolo”, conclude Giuseppe.

Lei è un volontario esperto, ma in quel momento era fuori servizio, in un momento di relax in cui non era “pronto” per l’intervento: cosa cambia a livello umano?

Non cambia nulla, perché quando indossi una divisa te la senti addosso come un guanto di lattice e anche fuori servizio sai come affrontare certe situazioni. Inoltre quanto accaduto dimostra ancora una volta quanto sia importante l’impegno di Progetto Vita, perché il defibrillatore salva le persone”.

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