Biometano a Sarmato, in un convegno tutti i pericoli per la salute dei residenti. Il comitato: “Dal sindaco proclami solo verbali”

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Nella affollatissimo e gremito (vedi foto) salone multimediale della Famiglia Alpina Sarmatese, che ha raggiunto il tutto esaurito, il Comitato “RinnoviAMO Sarmato” ha organizzato nella mattinata di sabato, 07 giugno, un Convegno Pubblico dal titolo emblematico “BIOMETANO: IL LATO OSCURO”, al quale è stata invitata la cittadinanza, le istituzioni e le associazioni Sarmatesi.

Fare luce sui reali effetti del mega-impianto

Obiettivo del Comitato è stato quello di fare luce sui reali effetti che l’insediamento del mega-impianto per la produzione di biometano, previsto in prossimità dell’abitato sarmatese e autorizzato lo scorso mese di Novembre con il parere favorevole di tutti gli enti convolti, Comune compreso, potrebbe produrre non soltanto dal punto di vista delle possibili (se non certe) emissioni odorigene, ma anche e soprattutto in relazione al contesto medico, scientifico e sociale, con il principale obiettivo di colmare l’imbarazzante silenzio delle istituzioni in tema di (necessaria) pubblica informazione per la realizzazione di una grande opera dal significativo e forte impatto ambientale.

Le polveri sottili

Tra i relatori è intervenuta infatti la dottoressa Adele Pazzi, medico chirurgo e Responsabile del Reparto di Geriatria Lungodegenza Ospedale san Giuseppe di Copparo (FE), che ha evidenziato una serie di problematiche legate alle emissioni in atmosfera delle polveri sottili, con particolare riferimento agli sforamenti da particolati, i cui limiti di legge, in ogni autorizzazione agli impianti, si valutano inspiegabilmente come rispettati e non tengono in debito conto le emissioni in atmosfera già presenti in loco.

Tali irrazionali circostanze agevolano una sospensione prolungata nel tempo con escursione delle particelle anche a grandi distanza, il deposito nei terreni con conseguente potenziale inquinamento alla catena alimentare e alle falde acquifere, l’ingresso nel nostro corpo attraverso l’aria e la catena alimentare (non ultimo, uno studio inglese le ha rilevate addirittura nella placenta), alterazioni che, oltre agli organi ed i tessuti, possono interessare anche il DNA con potenziali tumori polmonari, dell’apparato urinario, del fegato, della prostata, del cervello e della tiroide. Altri preoccupanti riferimenti sono stati relazionati in conseguenza agli aumenti di Sindrome ADHD (Attention deficit Hyperactivity Disorder), tipicamente osservata nei bambini, con conseguente diminuzione delle capacità cognitive.

Rischio tumori

A supporto di tali asserzioni una serie di studi esteri dimostrerebbero non solo la già nota correlazione tra cardiopatia ischemica e inquinamento, ma anche come i presupposti bio-molecolari siano responsabili dell’insorgenza del cancro polmonare nei non fumatori. In materia di odori ci si è soffermati sui Composti Organici Volatili (COV) che percepiamo come «puzza», composti principalmente di grassi volatili, di composti dell’azoto, di composti dello zolfo, fenoli/terpeni, di composti florurati (PFAS), di idrocarburi aromatici responsabili, oltre all’evidente disagio sensoriale, di gravi alterazioni dello stato di salute (fonte Ministero della Salute) oltre a rischio cancerogeno e danni al fegato.

Al medico Adele Pazzi è seguito l’intervento del dottor Adrea Bregoli, agronomo nonché esperto di ripercussioni ambientali, che ha rilevato come la ‘Rivoluzione Verde’ (seguita negli ultimi 30 anni del XX secolo) abbia determinato un modello intensivo di agricoltura che nel tempo si è dimostrato ‘non sostenibile’ (e che ha avuto tra le conseguenze maggiori la degradazione dei i suoli, la diminuzione della sostanza organica, l’inquinamento delle falde, la diminuzione della biodiversità, l’incredibile riduzione delle specie coltivate da 6.000 a 200 e l’aumento delle emissioni di CO2).

In tema di digestato (materia organica che si produce come sottoprodotto della digestione anaerobica degli impianti di biometano) viene osservato che oltre all’azoto, fosforo e antibiotici di cui sono ricchi i reflui agricoli, il concime naturale libera ammoniaca nell’aria che, combinata ad altre componenti, genera polveri sottili (con le ricadute citate dalla dottoressa Pazzi).

Trasporti e CO2

Inoltre, sempre in tema di emissioni, un ulteriore elemento potenzialmente critico è rappresentato dalla CO2 rilasciata dai mezzi di trasporto necessari per conferire e materiali all’impianto, così come quello determinato dai mezzi in uscita per il digestato (singolare, osserva Bregoli, l’accostamento ad “economia circolare” posto che i materiali in ingresso provengono da località individuate nel pavese  – Casatisma e Redavalle –  oltre addirittura ad interessare la provincia di Cremona – Salvirola, distante circa 70 km – il cui costo ai fini della sostenibilità economica appare decisamente in perdita).

Inoltre nel processo produttivo dell’impianto non possono essere ignorate, a livello di post-trattamento di separazione solido/liquido, la concentrazione nella frazione liquida di gas combusto, decisamente più inquinante del Gas naturale, emissioni di diossine (formaldeide) cancerogeno Classe I, oltre alla presenza di spore tipo Clostridi anaerobi.

Nitrati nei terreni

Altro tema ha riguardato i nitrati riversati nei terreni, in quanto le deiezioni inquinano i corsi di acqua e possono arrivare a contaminare le acque delle reti domestiche. Un evidenza particolare va riservata al reale rischio che un’intossicazione da nitrati può provocare nei confronti dei bambini per la sua capacità di legarsi all’emoglobina del sangue, oltre ad generare potenziali effetti tipo cancro allo stomaco negli adulti.

“La pianura padana sotto attacco”

Ulteriori elementi di riflessione sono stati espressi da Maria Grazia Bonfante, coordinatrice nazionale di Terre Nostre con un passato da Amministratore e da Sindaco del Comune di Vescovato (CR) che ha evidenziato come la pianura padana sia ormai sotto attacco da una vera e propria colonizzazione da parte di holding e grandi gruppi (per lo più esteri) che, nascosti dietro la bandiera del green-deal, stanno promuovendo vere e proprie azioni di “assalto” al nostro territorio, individuato non tanto secondo criteri di oggettiva programmazione, bensì da valutazioni di opportunità legate alla vicinanza delle infrastrutture necessarie (infrastrutture che, purtroppo per noi, sono frutto della tassazione dei cittadini – vedi metanodotti realizzati nei comuni).

Questioni legali e politiche

Tali pratiche stanno producendo una forte alterazione ai modelli e alla vocazione di agricoltura cui eravamo abituati, generando modalità di produzione e consumo attuali non più sostenibili (si calcola che entro l’anno 2050 andranno perse circa il 40% delle terre coltivate – fonte FAO). Inoltre, soltanto in Lombardia, il 49% dei Comuni (pari a 736) risultano vulnerabili da nitrati di origine agricola; di questi il 57% sono totalmente vulnerabili.

E purtroppo nulla hanno prodotto recenti sentenze della corte di giustizia europea che ha condannato la Repubblica Italiana per il mancato rispetto “continuativo e sistematico”, in relazione ai particolati PM10, (sentenza n. 895/2020 emessa il 10/11/2020) – al Biossido di azoto (sentenza n. C-573/2019 emessa il 12/05/2022) ed al PM2,5 con procedure di infrazione in essere per inottemperanza alla Direttiva UE 2008/50/CE. Tra le anomalie osservate spicca anche il non più apparente “Business in Conflitto” nei confronti della società SNAM, società di infrastrutture energetiche, nonché primo operatore europeo nel trasporto del gas naturale che, in estrema sintesi, produce, stocca, distribuisce e commercializza il biometano, utilizzando come cartina tornasole la bandiera di investimenti per ridurre le emissioni di gas serra.

Tale circostanza ha determinato da parte dell’UE il rilievo sulla mancata conformità della Direttiva sulla separazione del business. Infine, conclude Maria Grazia Bonfante, non si può non osservare neppure l’inammissibile pratica di reclutamento per la disponibilità dei terreni che vede gli agricoltori coinvolti, avvicinati con il solo scopo di ottenere le autorizzazioni necessarie, in virtù di incentivi PNRR che finanziano il business di società che, di norma, non possiedono né una stalla, neppure un ettaro di terreno, sono inattive e non hanno alcun dipendente.

Il supporto di Terre Nostre

Il coordinamento Terre Nostre, conclude, si è fin da subito reso disponibile a sussidiare i Comuni per fornire la necessaria assistenza in materia di competenze e normativa; non sono mancate tra le azioni promosse diffide verso i Sindaci che autorizzano con disinvoltura nuovi insediamenti, con scelte politiche discutibili a scapito dei territori. In più occasioni Terre Nostre ha sostenuto i cittadini nelle azioni volte ad assicurare richieste di risarcimento danni, attraverso il supporto di recenti sentenze favorevoli agli indennizzi; ulteriori sostegni vengono operati verso i comuni che si oppongono al business speculativo, promuovendo dinieghi e, in alcuni casi, arrivando anche alla diffida delle istituzioni che non consentono l’accesso gli atti ai cittadini, in evidente violazione della legge.

Infine un inciso sull’esigenza del coinvolgimento territoriale, in quanto questi insediamenti non esprimono un solo impatto locale ma generano inevitabilmente disagi e difficoltà verso i comuni limitrofi, che, fatalmente, subiranno gli stessi negativi effetti.

Stessa battaglia in provincia di Como

Un altro contributo è giunto ad opera da Silvia Alberici, presidente del comitato cittadino “No bio-metano” di Solbiate con Cagno, in provincia di Como; oltre a portare la propria solidarietà all’iniziativa e a porre l’accento sul ruolo particolarmente impegnativo dei Comitati impegnati sul territorio, che necessitano in primis della partecipazione più ampia possibile delle comunità coinvolte come voce “di noi tutti”, non ha mancato di fare riferimento alla responsabilità individuale di ciascun cittadino, che necessita di diventare responsabilità collettiva con l’impegno di diffondere e veicolare correttamente le informazioni riguardanti il biometano.

Notizie in genere, diffuse in rete ed orientate quasi esclusivamente a esprimere valutazioni in un quadro d’insieme discutibilmente descritto come positivo, mentre nella realtà positivo non è.

Il Comitato comasco si oppone alla realizzazione di un impianto di biometano che, nelle previsioni, si intenderebbe realizzare nel Parco Valle del Lanza, in una zona caratterizzata da un corridoio ecologico e da collocarsi a una distanza di cento metri dalle abitazioni, circostanza che trova applicazione per la totale mancanza di norme di sicurezza sulle distanze.

L’amministrazione comunale ha inizialmente guardato con attenzione all’insediamento, operato come ormai avviene in tutta la Lombardia e non solo, dall’interesse di questi grandi gruppi, che propongono una serie di apparenti attraenti compensazioni, con gli uffici tecnici che non sono preparati sul tema e non riescono a contrapporsi adeguatamente, per opporre, in seconda istanza, un primo diniego alla realizzazione; informa che il Comitato ha avviato un ricorso al TAR e che sta promuovendo una serie di iniziative a sostegno dell’informazione.

Conclude ponendo l’accento sull’esigenza di coinvolgere il più possibile tutte le categorie economiche territoriali e sulla necessità di fare rete tra Comitati al fine di conseguire e riprenderci, dichiara, “il nostro diritto alla salute”.

“Non è terrorismo psicologico”

È seguito il saluto del presidente del Comitato, Bruno Fellegara, che non ha mancato di esprimere il profondo turbamento dall’ascolto dei contenuti esposti; non suggestioni quindi o “terrorismo psicologico” come poco prima richiamato e purtroppo sostenuto con enfasi spesso falsa e ipocrita, bensì frutto di studi e di una serie di lavori scientifici rilevabili in letteratura, con altrettanta documentata e rigorosa validazione.

Venendo alla situazione sarmatese l’attenzione viene orientata sui contenuti dei recenti monitoraggi eseguiti dagli istituti regionali, Arpae in primis, che definiscono l’atmosfera della bassa Valtidone come estremamente critica; in particolare Sarmato, nell’ultimo resoconto dei Ottobre-Novembre 2022, figura con superamenti del limite massimo giornaliero di particolato PM10 per 10 giorni su 28 di misura.

Facile quindi ipotizzare il superamento del limite di legge massimo di 35 giorni nell’arco dell’intero anno, circostanza che richiederebbe una serie di misure al fine di agevolare il necessario contenimento degli inquinanti che, come dichiarato dal medico Adele Pazzi, avrebbero inevitabilmente ricadute sulla salute pubblica (ne consegue che anche un ipocritico comprenderebbe che immettere nella atmosfera sarmatese nuovi inquinanti sarebbe oltremodo deleterio e irresponsabile).

“Cattivi odori a cui rassegnarsi”

Ulteriore elemento di irritazione è stato rappresentato dalla lettura delle conclusioni che la stessa società Apis PC1, società “Agricola” proponente, ha inteso sottoscrivere nell’ultima relazione sulle emissioni odorigene, nella quale dichiara che “I valori riscontrati nello studio di ricaduta, sono tali da poter affermare che l’impatto odorigeno sia da considerarsi basso, ma non totalmente trascurabile”.

In altre parole i sarmatesi dovranno rassegnarsi per l’ennesima volta al cumulo degli odori; così come è apparso assai singolare vedere condizionato il rilascio dell’Autorizzazione Unica a ben 174 prescrizioni da espletare alcune prima dell’avvio dei lavori ed altre addirittura alcuni giorni prima dall’esercizio dell’impianto.

“Deluso dall’assenza di mamme e giovani”

Sdegnata e amara, quindi, la relazione del Presidente che, se da una lato si dichiara estremamente grato nei confronti dei relatori che caparbiamente diffondono quella scientifica, corretta e necessaria informazione a vantaggio della collettività – in contrasto con una spesso saccente stampa che non manca di glorificare proprietà “prodigiose” ai mega-impianti di biometano – dall’altro esprime la propria delusione per la mancata presenza delle mamme dei 150 bambini che giocano nell’impianto sportivo in prossimità del previsto impianto, così come la mancanza dei giovani e di buona parte delle associazioni sarmatesi.

Altro elemento rimarcato è stato l’assoluto disinteresse delle istituzioni che evidentemente hanno ritenuto inopportuno essere portati a conoscenza del “Lato Oscuro” evidenziato nel corso del Convegno Pubblico; nessuna delle amministrazioni di Borgonovo, Castel San Giovanni e Rottofreno ha ritenuto, seppure invitate formalmente, di rispondere al nostro accorato appello.

Delusione verso il sindaco

Ma il silenzio più sdegnato non può che essere rivolto al sindaco di Sarmato, che dopo i proclami – solo verbali – di contrarietà all’impianto per presunte criticità rilevate, ha ritenuto in primo luogo di porre la propria firma ad una delibera con la quale dichiarava di esprimere parere negativo ai fini del rilascio dell’autorizzazione, parere negativo del Comune di Sarmato che “tragicamente” in sede di Conferenza di Servizi si è trasformato in parere favorevole (Autorizzazione Unica Ambientale pertanto approvata con il parere positivo unanime di tutti gli enti coinvolti, Comune compreso); fonti ben informate hanno dichiarato che lo stesso primo cittadino, accompagnato da un consigliere comunale e diretto inizialmente verso la sede del Convegno, abbia ritenuto all’ultimo di fare dietro-front e di non partecipare al dibattito.

In conclusione al Convegno ha quindi preso la parola il dottor Beniamino Anselmi, sarmatese doc come ha amato definirsi, che ha ritenuto di rammentare le azioni che si intendono promuovere nei quattro punti fondamentali alla base della difesa di diritti dei cittadini: una parte amministrativa, quindi, per la quale sono stati avviati i ricorsi, una componente civilistica rivolta ai risarcimenti in solido, una parte penale per gli elementi ritenuti impropri e una parte costituzionale, espressa dall’art. 41 della Costituzione, che riconosce l’osservanza di alcuni diritti fondamentali. A dispetto degli scettici che finora hanno ritenuto di non credere nelle potenzialità del Comitato, viene comunicato che, nel rispetto della legge, il Comitato può disporre delle risorse economiche necessarie al sostegno di tutte le citate azioni di carattere legale.

“Ci sarà pure un giudice a Berlino”

Attraverso l’espressione “Ci sarà pure un giudice a Berlino”, mutuata da un’opera di Bertolt Brecht nella quale si narra la storia del mugnaio Arnold che lotta tenacemente contro l’ imperatore Federico II per vedere riparato un abuso, Anselmi ritiene opportuno e necessario rivolgersi alle istituzioni, per essere ascoltati in difesa dei diritti dei cittadini sarmatesi in quanto, quest’ultimi, ritengono di aver subito una violazione.

Ha ritenuto quindi di precisare che non verrà avviata alcuna causa temeraria, poiché il Comitato può disporre di avvocati adeguatamente attrezzati, che avvieranno le cause soltanto se esisterà una ragionevole possibilità di prevalere, avendo cura di toccare il cuore ma molto più importante toccare il portafoglio; è infatti ormai innegabile che gli abitanti e tutta la popolazione, oltre alla salute, rischia una potenziale e forte perdita del valore immobiliare delle nostre abitazioni.

Conclude riconoscendo la libera iniziativa dell’imprenditore (che evidentemente svolge il proprio mestiere), ma allo stesso modo deve essere riconosciuta l’importanza che la libertà imprenditoriale debba concludersi quando inizia quella della popolazione, soprattutto se quest’ultima subisce un danno; nei ricorsi in tribunale ci rivolgiamo alla legge, senza polemiche o offese nei confronti di nessuno; intendiamo soltanto verificare se è stato leso qualche diritto, democraticamente e nel rispetto delle leggi. Siamo in buona fede, siamo persone per bene e intendiamo esercitare il nostro diritto di sostenere legalmente le nostre ragioni.

Presto nuove iniziative

Numerosi gli applausi di consenso all’indirizzo dei relatori, oltre a qualche manifestazione di sofferenza per il mancato sussidio istituzionale per il contrasto all’insediamento, seguito dal dispiacere nei confronti di coloro che hanno perso questa importante, inedita, occasione informativa; il convegno si concludeva ben oltre le 12:30 con la promessa di continue, nuove iniziative. Il Comitato informa infine che il Convegno è stato registrato in audio e video e che i collegamenti per la visione e l’ascolto dei filmati verranno comunicati sui social del Comitato stesso.

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