Bonus mille euro concesso per errore ad alcuni dipendenti Ausl, Stragliati (Lega): “Caos totale”. I chiarimenti dell’azienda sanitaria: “Sessanta dipendenti coinvolti sul oltre 4 mila”

Medici di famiglia

“Un bonus da mille euro elargito ad alcuni dipendenti dell’Ausl di Piacenza, che, in ottemperanza all’art 29 comma 1 del DL 104/2020, avevano contribuito a ridurre le liste di attesa svolgendo straordinari per almeno 30 ore nel periodo agosto-dicembre 2020, e che poi è stato chiesto ai medesimi dipendenti sanitari di restituire. Un caos totale, che i dipendenti Ausl, sempre in prima linea durante la gestione dell’emergenza sanitaria non meritano, su cui chiamiamo la Regione a fare chiarezza”. E’ quanto chiede un atto ispettivo presentato da Valentina Stragliati, consigliere regionale della Lega, nel quale invita la Regione “a mettere in atto tutte le azioni possibili per scongiurare il recupero economico sui lavoratori, magari rimodulando in modo progressivo il riconoscimento economico”, e “in ultima istanza, se intende contattare preventivamente il dipendente per stabilire un’eventuale rateizzazione delle quote”.

La vicenda prende le mosse dall’art 29, comma 1 del DL 104/2020 che dispone: “Al fine di corrispondere tempestivamente alle richieste di prestazioni ambulatoriali, screening e di ricovero ospedaliero non erogate nel periodo dell’emergenza epidemiologica conseguente alla diffusione del virus SARS-Cov-2, e, contestualmente allo scopo di ridurre le liste di attesa, tenuto conto delle circolari del Ministero della salute n. 7422 del 16 marzo 2020, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano e gli enti del Servizio sanitario nazionale possono avvalersi degli strumenti straordinari anche in deroga ai vincoli previsti dalla legislazione vigente in materia di spesa del personale”.

“A seguito di queste disposizioni – spiega Stragliati – alcuni dipendenti di Ausl Piacenza si sono ritrovati in busta paga un bonus da 1.000 euro: un premio inatteso anche perché non concordato con le rappresentanze sindacali. Sembra però che da ulteriori controlli, siano emerse incongruenze durante l’effettiva corresponsione di tale progetto e quindi l’Azienda informava della possibilità di procedere con un recupero del pagamento errato. Tale modalità però non sembra essere stata condivisa con le sigle sindacali, inoltre, molti dipendenti dell’Azienda, segnalano di non essere stati resi edotti di tale scelta trovandosi di fatto lo stipendio decurtato del bonus ricevuto, senza alcuna spiegazione”.

Una situazione confusa, dunque, per risolvere la quale Stragliati ha investito direttamente la Giunta regionale, depositando un atto ispettivo apposito e circostanziato.

LA RISPOSTA DELL’AUSL

In riferimento a quanto comunicato a mezzo stampa, si precisa quanto segue. A novembre l’Azienda Usl di Piacenza ha deciso di pagare 20 ore di prestazioni aggiuntive a personale del comparto operante in settori particolarmente coinvolti nelle attività volte alla riduzione delle liste di attesa, ai sensi dell’art 29 comma 1 del DL 104/2020.

La normativa non prevede una contrattazione integrativa per l’applicazione dell’istituto. Tuttavia, è consuetudine dell’Azienda Usl di Piacenza fornire informazione ai rappresentanti sindacali di categoria relativamente ad aspetti di interesse dei lavoratori, quali applicazioni contrattuali o legislative. Pertanto, prima di procedere con il pagamento, alla fine novembre, la Direzione delle Professioni Sanitarie ha illustrato i criteri che sono stati utilizzati per l’impiego delle risorse disponibili.

I fondi sono stati destinati a infermieri e tecnici di radiologia che hanno operato nel periodo agosto-dicembre 2020 in settori particolarmente coinvolti nella riduzione delle liste di attesa e che hanno prodotto un’eccedenza oraria rispetto al dovuto.

Il pagamento è stato effettuato nel mese di dicembre.

Si è in seguito verificato che, purtroppo, l’importo previsto era stato erroneamente attribuito ad alcuni dipendenti che non avevano il saldo orario richiesto, mentre non era stato percepito da altri che avevano le eccedenze orarie previste.

Con lo stipendio di gennaio 2022 si è pertanto proceduto alla liquidazione del compenso a coloro che erano rimasti esclusi e contestualmente al recupero di quanto erroneamente corrisposto, prevedendo una rateizzazione su dieci mensilità al fine di ridurre al minimo l’impatto sullo stipendio netto.

Si precisa che il pagamento in eccesso ha riguardato poco più di sessanta dipendenti su un totale di quattromila in servizio.

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