
Questa mattina la Polizia di Stato di Piacenza, dopo una complessa indagine coordinata dalla locale Procura della Repubblica, ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di due ventenni di origine straniera, indagati per il reato in concorso di tentato omicidio ai danni di un coetaneo.
Le indagini
L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Piacenza e condotta dalla Squadra Mobile cittadina, ha riguardato l’identificazione degli autori di una grave aggressione perpetrata la sera del 27 ottobre 2024 di fronte ad un locale sito nel centro storico piacentino. A seguito di un diverbio per futili motivi tra due gruppi di ragazzi, di cui uno più numeroso e composto da circa 15 giovani principalmente di origine nordafricana, era nato un violentissimo scontro.
La rissa era culminata con i due arrestati che si passavano un coltello, con il quale uno dei due cercava di colpire al petto un rivale, raggiungendolo però fortunatamente al braccio grazie all’intervento di un amico, ma comunque colpendolo e cagionandogli una profonda ferita giudicata guaribile in 28 giorni.
Le Volanti intervenute avevano identificato la vittima, in stato di ubriachezza, ed anche alcuni testimoni. Grazie alle scarne descrizioni, sono riusciti comunque ad individuare uno degli aggressori. Si tratta di un pluripregiudicato, noto per numerosissimi episodi criminali concernenti lo spaccio di stupefacenti e le aggressioni con armi da taglio ai rivali, nell’ambito della faida in essere tra gruppi di nordafricani, per il dominio dello spaccio cittadino.
Una strana confessione
Il soggetto individuato è stato colpito da un’ordinanza di custodia in carcere, eseguita a novembre dalla Squadra Mobile, ma fin da subito il quadro delle indagini subiva un rischio di inquinamento probatorio.
L’arrestato, infatti, è riuscito a convincere un altro membro del gruppo, quasi incensurato, a presentarsi in Questura ed autoaccusarsi dell’accoltellamento, supportato da alcuni altri soggetti del gruppo criminale. Secondo la ricostruzione alternativa fornita agli inquirenti, l’arrestato non si sarebbe addirittura neanche trovato nel luogo dei fatti al momento della lite.
Le indagini delegate dalla Procura alla Squadra Mobile, supportate da una serie di perquisizioni e sequestri, analisi dei tabulati telefonici, ascolto di persone a verbale ed un incidente probatorio dei testimoni, hanno smentito la ricostruzione alternativa. Anzi hanno permesso di accertare le responsabilità di un altro soggetto del gruppo, chiaramente non citato nella ricostruzione alternativa, ma individuato quale il materiale accoltellatore.
Inoltre, si ricostruiva come il soggetto già arrestato fosse colui che aveva fornito al complice l’arma usata per colpire il rivale.
Le autorità modificava quindi il capo d’imputazione, ridefinendo i ruoli nell’accoltellamento commesso dai due. Il soggetto che si era auto-accusato veniva invece indagato per auto-calunnia e favoreggiamento personale, e lo stesso lasciava spontaneamente il territorio nazionale nel mese di gennaio.
Alla luce di quanto sopra, il G.I.P. di Piacenza, su conforme richiesta della Procura, emetteva una nuova ordinanza di custodia in carcere a carico di entrambi, disponendo la conferma del provvedimento di novembre per quanto riguarda la posizione del primo e l’applicazione della misura di massimo rigore anche nei confronti del secondo.
Sono in corso di definizione le posizioni degli altri soggetti che hanno partecipato al violento scontro di fronte al locale, che peraltro aveva subito una sospensione dell’attività con provvedimento del Questore di Piacenza ex art. 100 TULPS successivamente ai gravi fatti in questione.
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