La Giunta comunale di Piacenza, in attuazione delle disposizioni del TAR dell’Emilia-Romagna sezione di Parma e comunque nelle more del ricorso al Consiglio di Stato deliberato dal Comune per la riforma della sentenza stessa, ha approvato oggi un accordo con la Regione Emilia-Romagna per assicurare la piena operatività dell’Avvocatura mediante l’utilizzo di personale dirigenziale in convenzione nel rispetto del Contratto collettivo nazionale vigente.
LA NOTA DEL COMUNE
L’accordo prevede l’utilizzo parziale dell’avvocato Stefano Argnani, dirigente dell’Avvocatura regionale, che dal 1° settembre al 31 dicembre di quest’anno assumerà il ruolo di dirigente avvocato del Comune di Piacenza. L’avvocato Argnani continuerà a mantenere il proprio rapporto di lavoro con la Regione, svolgendo in convenzione il 30% della propria attività a favore dell’ente di Palazzo Mercanti.
Bando per un nuovo avvocato
Nella stessa seduta la Giunta comunale ha modificato il proprio piano del fabbisogno di personale prevedendo un apposito concorso pubblico per l’assunzione di un dirigente avvocato a tempo indeterminato. Ciò sempre in attuazione delle disposizione del Tar di Parma e comunque in attesa dell’esito del ricorso al Consiglio di Stato.
La scelta di ricorrere a questa forma di collaborazione istituzionale risponde alla duplice esigenza di garantire, da un lato, la continuità e l’autonomia dell’Avvocatura civica e, dall’altro, di assicurare la regolarità organizzativa dell’ente, in attesa della conclusione del concorso pubblico per la copertura stabile della posizione di dirigente avvocato a tempo indeterminato o delle decisioni del Consiglio di Stato.
Una nota trasmessa da ANCI nazionale ha confermato la piena applicabilità dell’istituto del “personale utilizzato in convenzione” anche a ruoli dirigenziali con specifica professionalità, come quello dell’Avvocatura, sottolineandone la validità quale strumento di flessibilità organizzativa tra enti pubblici.
Con questa soluzione, l’Amministrazione comunale, pur ritenendo fondate le scelte espresse in precedenza e su cui si fonda il ricorso al Consiglio di Stato, ha dato seguito agli obblighi derivanti dalle decisioni del Tar, salvaguardando al contempo l’efficienza e la continuità del servizio legale, elemento essenziale per la tutela degli interessi dell’ente e della collettività.
FdI chiede chiarezza su costi e tempi della convenzione con la Regione e sul concorso annunciato
«La sentenza del Tar ha certificato in maniera inequivocabile le criticità delle scelte della Giunta comunale sul cosiddetto “caso Vezzulli”. Ora, dopo mesi di polemiche e ricorsi, l’Amministrazione si trova costretta a correre ai ripari chiedendo l’intervento della Regione Emilia-Romagna e annunciando un concorso pubblico per dirigente avvocato. Una toppa che rischia di pesare sulle tasche dei cittadini e che solleva più di una domanda sulla gestione di una vicenda che ha minato l’autonomia dell’Avvocatura civica».
Lo dichiarano i Consiglieri comunali di Fratelli d’Italia a Piacenza, che hanno depositato un’interrogazione per fare piena luce sull’accordo approvato dalla Giunta il 26 agosto.
Dal prossimo 1° settembre al 31 dicembre 2025, infatti, l’avvocato Stefano Argnani, dirigente dell’Avvocatura regionale, assumerà in convenzione – per il 30% della propria attività – il ruolo di dirigente avvocato del Comune di Piacenza. Contestualmente, l’Amministrazione ha annunciato un concorso pubblico per la copertura a tempo indeterminato del posto.
«Chiediamo trasparenza – spiegano i consiglieri di FdI – sui costi complessivi della convenzione, sulle modalità di scelta del dirigente regionale, sulle garanzie di efficienza del servizio legale comunale, che rischia di funzionare con un dirigente “a tempo”, e sulle tempistiche reali del concorso annunciato. I cittadini hanno il diritto di sapere se la toppa non sarà peggiore del buco e se la Giunta abbia davvero valutato tutte le soluzioni possibili prima di ricorrere alla convenzione con la Regione».
Fratelli d’Italia sottolinea inoltre che «resta pendente il ricorso al Consiglio di Stato: un elemento che potrebbe rimettere tutto in discussione e che rende ancora più urgente una riflessione politica su responsabilità e conseguenze di una gestione sbagliata».
«La trasparenza e l’efficienza dell’Avvocatura comunale – concludono – sono un bene di tutti, non un terreno di improvvisazioni o sperimentazioni costose. Il Comune rispetti i cittadini e dica chiaramente tempi, costi e prospettive di questa soluzione transitoria».
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