La Polizia di Stato scende in campo accanto agli anziani per dire basta alle truffe. Al via sul sito e sui canali social della Polizia di Stato una nuova campagna di sensibilizzazione con uno spot televisivo e social per informare i cittadini su un fenomeno ancora molto diffuso.
Anche la questura di Piacenza ha voluto declinare a livello locale questa campagna, sottolineandone l’importanza soprattutto in questo periodo. In estate, infatti, molti anziani restano a casa mentre i vicini partono per le vacanze: una situazione di solitudine che può incrementare notevolmente i pericoli.
Di seguito andremo ad analizzare le truffe più comuni e anche le ultime “novità” in fatto di tecnologia. Ma qualsiasi sia la tipologia di raggiro, i consigli della polizia sono sempre validi.
“Per qualsiasi dubbio chiamate le forze dell’ordine – spiega Michele Saglio, dirigente della Squadra Mobile e vicequestore aggiunto – non abbiate paura che possa trattarsi di un falso allarme. Preferiamo accorrere per un falso allarme piuttosto che non arrivare in tempo. Inoltre, appena vi doveste rendere conto di aver subito una truffa, chiamate immediatamente. Il tempo è molto importante in questi casi. In un’occasione siamo riusciti a bloccare il conto in banca di un truffatore, impedendogli di raccogliere il maltolto. Abbiamo tanti strumenti a disposizione, ma prima si agisce e meglio è“.
Chiamare le forze dell’ordine anche per un sospetto
La parola d’ordine è proprio questa: non abbiate paura di disturbare. Se al loro arrivo le forze dell’ordine dovessero realizzare che il tecnico è un vero tecnico, che il poliziotto è un vero poliziotto, che insomma si tratta di un falso allarme, riceverete comunque i complimenti da parte delle forze dell’ordine: perché BISOGNA CHIAMARE LE FORZE DELL’ORDINE ANCHE SOLO PER UN SEMPLICE SOSPETTO.
Va detto che negli ultimi tempi la consapevolezza è aumentata e sono sempre di più le truffe che non vanno a segno. Anzi. Nell’ultimo mese la polizia ha arrestato due truffatori e così anche i carabinieri.
Il silicone e altre tecniche utilizzate in estate dai malviventi
Un consiglio che vale soprattutto in estate. Le persone sono in vacanza e truffatori o ladri vogliono sapere se una casa è momentaneamente disabitata o meno. Per saperlo, spesso collocano contro la porta d’ingresso oggetti o elementi che si potranno spostare solo in caso di apertura della porta. Oggetto spostato, porta aperta, la casa è abitata.
Uno dei trucchi maggiormente utilizzati è il silicone. I ladri spalmano su uno dei lati della porta (spesso quello alto) una striscia di silicone: se essa si staccherà significa che la porta è stata aperta. Dare un’occhiata alle porte dei propri vicini potrebbe essere utile: se è presente la striscia di silicone è possibile che la casa in questione sia “attenzionata” dai malviventi.
LE VARIE TIPOLOGIE DI TRUFFE
Lo spoofing
Le truffe aumentano di pari passo con la tecnologia. E’ il caso dello spoofing. Si riceve una chiamata che sembra provenire dal call center della tua banca. Dall’altro capo del telefono una persona che sa bene come parlare, e utilizza termini che appaiono pronunciate con competenza. Convincono a compiere operazioni bancarie che in realtà svuotano il tuo conto sottraendo migliaia di euro in poche ore.
Non solo. Può accadere che a chiamare sia un poliziotto o un carabiniere. In questo caso sullo schermo del telefono potrebbe addirittura comparire il 112 o il 113. Un sedicente membro delle forze dell’ordine sostiene che sia in atto un attacco informatico al conto in banca della vittima e invita quest’ultima a trasferire tutti i soldi su un conto sicuro, vicino appunto alle forze dell’ordine.
L’incidente
Il caso al centro della conferenza stampa. Una persona telefona e spiega che il figlio/a ha avuto un incidente. A volte il truffatore si presenta proprio come il figlio/a, modificando la voce con una finta disperazione o finto panico. Al di là delle variazioni sul tema la conclusione è sempre la stessa: servono soldi, per le cure o per evitare conseguenze legali. A quel punto il genitore anziano, spaventato e comprensibilmente in stato confusionale, accetta. L’incontro avverrà pochi minuti dopo: il genitore consegnerà denaro o beni preziosi al presunto avvocato/carabiniere/poliziotto.
Il finto tecnico
Tutto inizia con un finto tecnico (del gas, dell’acqua, della luce ecc.). Una volta lasciato entrare il malfattore, la truffa inizia. Il tecnico mette in allarme la vittima parlando di fughe di gas, radiazioni, campi elettromagnetici, elementi che possono danneggiare i materiali: insomma, i beni preziosi vanno subito messi al riparo prima che si consumino. La vittima raggruppa i suoi averi e a quel punto per il tecnico è semplicissimo raccogliere il bottino e andarsene.
Il finto poliziotto
Anche in questa circostanza tutto inizia spesso con un finto tecnico. In questo caso il tecnico entra nell’abitazione e dopo aver arraffato un oggetto a caso esce dall’abitazione con una scusa, tenendo nascosto l’oggetto appena sottratto. Una volta all’esterno, il soggetto consegna l’oggetto a un complice vestito da poliziotto o carabiniere o comunque dotato di un falso tesserino. Il finto poliziotto si presenta alla vittima e mostra l’oggetto sottratto dal complice, il finto tecnico, poco prima. “Questo oggetto è suo?” chiede la finta forza dell’ordine alla padrona di casa. Ovviamente la risposta sarà affermativa e a quel punto il poliziotto/carabiniere racconterà di furti avvenuti in zona: quell’oggetto “ritrovato per caso” dimostra che anche la donna ha subito un’intrusione e adesso occorre controllare. Il finto poliziotto/carabiniere entra in casa a controllare, avendo il via libera a rovistare dappertutto.
La truffa delle monetine
Diversi episodi sono accaduti in questi giorni, in particolare nei parcheggi dei centri commerciali. La donna apre le portiere dell’auto e colloca sui sedili del passeggero e posteriori spesa e borsetta. A quel punto i malfattori gettano a terra delle monetine e richiamano l’attenzione della vittima. “Signora guardi che ha perso delle monete”. La donna, a quel punto, si allontana dall’auto quel tanto che basta per permettere a un complice di aprire la portiera, afferrare la borsetta e fuggire. La stessa truffa può avvenire con una variante: il malintenzionato bussa al finestrino o attira la vittima a pochi metri di distanza dall’auto e il complice agisce.
Il finto whatsapp
“Ciao papà/mamma, questo è il mio nuovo numero di telefono”. Oppure “Ciao papà/mamma, ti scrivo dal telefono di un amico”. E poi la richiesta: “Mi servono soldi per…”. Anche in questo caso telefonate a vostro figlio sul solito numero, oppure chiamate le forze dell’ordine.
LA CAMPAGNA DELLA POLIZIA
La Polizia di Stato, costantemente impegnata nella prevenzione e nel contrasto a questo tipo di reati, invita alla massima attenzione e a non esitare a chiedere aiuto alle Forze di Polizia. Un messaggio diretto non solo agli anziani, ma anche ai familiari e ai vicini di casa, per contribuire tutti, attraverso la prevenzione, a creare luoghi sicuri e una rete di protezione attiva e consapevole.
Nello spot sono raccontate due tipiche truffe: quella del finto corriere e quella dell’amico che chiede denaro per un familiare della vittima, falsamente coinvolto in un grave incidente.
Attraverso una narrazione semplice, nello spot assistiamo ad un capovolgimento del punto di vista. La porta si richiude ad ogni tentativo di raggiro, l’anziana Gina “non ci casca”! Non vuole essere vittima ma protagonista della sua storia: sbatte la porta in faccia al truffatore e fa una telefonata alla Polizia di Stato, che interviene e coglie il truffatore sul fatto.
Nel finale dello spot, una testimonial d’eccezione, Myrta Merlino, invita a non cadere nell’inganno e a rivolgersi alla Polizia di Stato in caso di bisogno.
Lo spot ha l’obiettivo di raccontare come la prevenzione rappresenti sempre il primo strumento di difesa.
La Polizia di Stato ricorda che nessuno è solo di fronte a questo tipo di reati: un ruolo fondamentale lo svolgono le Forze di Polizia, ma altrettanto importante diventa il controllo del vicinato e la solidarietà di tutti verso gli anziani.
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