Dal Palazzo dei Congressi di Roma, dove ieri si è aperto il XX Congresso Nazionale della Cisl, è emersa chiara una consapevolezza: il futuro, da spazio di possibilità comuni, si è smarrito, lasciando il posto a un destino incerto e frammentato. In questa cornice di “mondo in fiamme”, con logiche di potenza e una crescente instabilità globale, due temi in particolare risuonano con forza per il loro impatto diretto sull’occupazione: i dazi e la governance dell’Intelligenza Artificiale.
La relazione della Segretaria Generale Daniela Fumarola ha messo in luce le urgenze ma anche la via che la Cisl intende percorrere per affrontare i problemi principali dei prossimi anni nel mondo del lavoro
Sul fronte del commercio internazionale e dei dazi, la situazione è molto difficile.
Come sottolineato nel rapporto, l’Unione Europea è a un bivio: o sarà finalmente integrata e autonoma, o rischia disgregazione e irrilevanza. Le politiche ondivaghe sui dazi, come quelle di Trump, hanno già generato una riduzione dell’1% del PIL globale e una perdita del 6% del PIL statunitense a lungo termine. Di fronte a un WTO delegittimato e a un diritto internazionale umiliato, l’unica strada è procedere uniti, come una “Federazione di popoli e del lavoro”.
Per l’Italia, senza una risposta comune europea, il rischio è altissimo: miliardi di euro e decine di migliaia di posti di lavoro messi a repentaglio. È indispensabile definire una strategia condivisa tra sindacato e imprese per tutelare le produzioni in difficoltà, aprire nuovi mercati e promuovere scambi equi basati su regole sociali e condizioni condivise. L’UE deve elevarsi a potenza industriale superando le “gabbie dei veti” e investendo in settori strategici.
Non meno decisiva è la sfida rappresentata dall’Intelligenza Artificiale (IA).
La Cisl ha ribadito che il sindacato non deve né demonizzare né subirla, ma governare la transizione, mettendo la tecnologia al servizio del lavoro e non il contrario. L’avvento dell’IA impone di ripensare completamente il sistema formativo e l’organizzazione del lavoro. Se non governata con una visione “umano-centrica”, l’IA rischia di generare nuove disuguaglianze e precarietà, anziché inclusione e produttività diffusa.
È per questo che la Cisl insiste sulla partecipazione: dobbiamo “entrare nell’algoritmo con la contrattazione, condizionarne i criteri, stabilire regole e priorità, garantendo trasparenza”. Questa trasformazione, infatti, richiede una governance negoziata, non un’affermazione indifferenziata. Le proiezioni indicano che l’IA potrebbe aumentare il PIL italiano fino al 18% e liberare quasi 5,7 miliardi di ore di lavoro all’anno, ma solo attraverso la contrattazione collettiva si potrà ridistribuire questo tempo ai lavoratori e alle lavoratrici.
“In questo contesto di sfide epocali, sottolinea Michele Vaghini, segretario generale per Parma e Piacenza, presente a Roma con una delegazione della Cisl territoriale, vogliamo riaffermare quanto la partecipazione sia una pietra angolare e il dialogo sociale uno strumento imprescindibile. Il nostro lottare partecipativo non archivia il conflitto ma cerca di valorizzarlo solo quando necessario, per far emergere soluzioni concrete. E’ una strada necessaria per governare le trasformazioni in atto e per contrastare per esempio fenomeni quali disuguaglianze sempre più crescenti e l’aumento costante di infortuni e morti sui luoghi di lavoro”.
“La via maestra resta quella contrattuale, che deve essere estesa al massimo per accrescere i salari e definire condizioni che aumentino la qualità del lavoro. Oltre a questo però, si deve anche intervenire con una riforma fiscale che sgravi le tasse a lavoratori e pensionati dando respiro anche a un ceto medio e non solo, messo in difficoltà dagli avvenimenti degli ultimi anni e su una vera lotta all’evasione fiscale che da molto tempo rappresenta un serio problema per il nostro Paese perché compromette le azioni utili a far crescere il sistema del nostro welfare e la qualità degli investimenti”.
“Solo attraverso un grande “Patto della responsabilità” tra Governo, Sindacato e Imprese, si potranno affrontare le trasformazioni in atto e costruire un’Italia più equa, innovativa e competitiva. Noi, anche sul territorio, siamo pronti a fare la nostra parte, con coraggio e visione, per scrivere insieme il futuro del nostro Paese”.
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