Il cantante trap che commissionava aggressioni, scontri col machete, un medico corrotto per avere oppiacei: scacco alla guerra tra bande giovanili – AUDIO e VIDEO

Giunge a conclusione una vasta e prolungata attività investigativa della Polizia di Stato di Piacenza, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, volta a contrastare alcuni gruppi deviati di giovani qui residenti, autori nel corso degli ultimi mesi di svariate condotte criminali in varie zone di Piacenza.

Sono in corso svariate notifiche di provvedimenti giudiziari e misure di prevenzione, a carico dei principali responsabili di una sanguinosa faida tra gruppi di giovani spacciatori, avviata negli scorsi mesi ma repressa immediatamente grazie ad una progressiva serie di provvedimenti penali ed amministrativi, chiosati dall’operazione di oggi.

Sinergia tra varie forze della polizia

L’attività di contrasto è frutto della sinergia operativa tra diverse articolazioni della Polizia di Stato, grazie al supporto operativo e tecnico offerto da altri enti quali la Polizia Locale e la A.U.S.L. Le indagini della Squadra Mobile hanno ricostruito il tentativo di ascesa criminale di un giovane gruppo composto principalmente da cittadini egiziani appena maggiorenni, che per accreditarsi ha avviato una faida dapprima con un gruppo di tunisini, e poi con un gruppo di cittadini marocchini.

Scontri e accoltellamenti

Nello specifico, le indagini delegate dalla locale A.G. hanno ricostruito e collegato una serie di accoltellamenti occorsi principalmente a cavallo tra giugno e luglio 2024 nell’ambito di uno scontro tra il gruppo di cittadini egiziani, contrapposto ad una fazione di cittadini tunisini, chiaramente per il controllo di zone di spaccio in questo centro cittadino.

Detto fenomeno non si era sopito dopo una prima serie di arresti e perquisizioni operati dalla Polizia, atteso che il medesimo gruppo di cittadini egiziani nel mese di settembre ha portato avanti alcune aggressioni ai danni, questa volta, di cittadini marocchini, nell’ambito del predominio di zone centrali ove spacciare stupefacenti, ed altre aggressioni ai danni di gruppi di ragazzi incontrati per caso in città, che avrebbero mancato loro “di rispetto”.

Aggressioni a colpi di machete

Il gruppo criminale degli egiziani, dedito allo spaccio di stupefacenti e farmaci droganti al dettaglio, per pregressi screzi concernenti la suddivisione delle zone di spaccio in città, aveva iniziato ad accoltellare i componenti dei gruppi rivali, con aggressioni commesse in gruppi di 20 persone, armate di machete o altre armi da taglio.

Arrestato tre volte in un mese

A dimostrazione dell’efferatezza del gruppo, uno dei leader del gruppo di egiziani, ragazzo classe 2003, in regola sul T.N., è finito in manette nel corso di un solo mese per ben tre volte: due dalla Polizia di Stato per spaccio di sostanze stupefacenti (cocaina, hashish e farmaci oppiacei) ed una dalla Polizia Locale per lesioni aggravate ai danni di un cittadino marocchino, ed è attualmente sottoposto al divieto di dimora in Provincia di Piacenza. Lo stesso è inoltre coinvolto nella recente indagine in materia di corruzione e spaccio di stupefacenti a carico di due medici di base piacentini.

Medico di base corrotto per ottenere oppiacei

È emerso dalle indagini come corrompesse un medico di base, peraltro arrestato in flagranza di reato per corruzione dalla Squadra Mobile in data 1.08.2024, per ottenere ricette di oppiacei e psicofarmaci da rivendere al dettaglio. Anche il gruppo composto da cittadini tunisini, da più tempo presente in città, ha risposto con brutalità ad ogni azione degli egiziani, ed a dicembre la Squadra Mobile ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia in carcere per il delitto di tentato omicidio a carico del leader della fazione dei tunisini, un pluripregiudicato classe 1990. Nell’ambito di tali indagini, la polizia ha ricostruito come in data 14.07.2024 il soggetto abbia accoltellato un cittadino egiziano suo rivale con un fendente al petto. Nella circostanza, solo fortuitamente non ha colpito organi vitali, e la vittima ha riportato 30 giorni di prognosi.

Per tale reato è indagata in stato di libertà la moglie, una cittadina italiana classe 1996, che nella circostanza guidava la macchina a bordo della quale il marito aveva raggiunto ed era fuggito dal luogo dell’accoltellamento. Detto ferimento nasceva come vendetta per un precedente accoltellamento, commesso poche ore prima dalla fazione rivale degli egiziani ai danni di un cittadino tunisino in via Colombo, delitto per il quale i leader della fazione degli egiziani sono invece indagati per lesioni aggravate dall’uso di armi, avendo il ferito riportato 7 giorni di prognosi.

A carico del soggetto classe 1990 la questura ha anche notificato il provvedimento della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per 18 mesi con obbligo di soggiorno a Piacenza, emessa in data odierna dal Tribunale di Bologna su proposta del Questore di Piacenza, mentre la moglie è stata sottoposta alla misura di prevenzione dell’avviso orale.

Trenta denunce

All’esito delle indagini, la polizia ha denunciato 22 diversi episodi criminali ben 30 persone, appartenenti ai vari gruppi, a vario titolo per le ipotesi di reato di tentato omicidio, lesioni aggravate, porto di armi, rapina, minacce aggravate e spaccio di stupefacenti. sono stati eseguiti dalla Mobile e dalle Volanti 9 arresti, di cui 7 in flagranza e 2 su ordinanza di custodia cautelare, sono stati sequestrati 789 g di stupefacenti (hashish, cocaina, oppiacei e benzodiazepine) e 14 armi da taglio. In particolare, sono stati ricostruiti dalla Polizia 7 accoltellamenti, di cui 3 qualificati come tentato omicidio. Un ottavo accoltellamento è stato invece ricostruito dal Nucleo Investigativo dell’Arma dei Carabinieri, e contestato nell’atto di chiusura delle indagini preliminari.

Una barberia come base

Il questore ha adottato anche dei provvedimenti amministrativi: il locale di barberia che fungeva da base per il gruppo dei tunisini, nel corso dell’estate è stato per diverso tempo chiuso dal Comune di Piacenza su proposta dell’A.U.S.L. a seguito di ispezione condotta con Squadra Mobile e R.P.C., nel corso della quale era stata anche sequestrata droga sia addosso al barbiere che in terra.

Il cantante trap e i social network

Parallelamente alle attività che hanno portato la Polizia di Stato a procedere con diversi arresti, perquisizioni e sequestri, è stato svolto anche un monitoraggio dei social network utilizzati dai giovani criminali per propagandare le loro azioni illegali. In particolare, la polizia ha richiesto la chiusura di un profilo Instagram e di un canale YouTube riconducibili ad un locale trapper di origine egiziana, già indagato a luglio dalla Mobile di Piacenza quale mandante di un tentato omicidio occorso in via Colombo, durante il quale un connazionale era stato attinto da un colpo di machete al braccio da un colpo diretto al volto.

Il ragazzo nella circostanza aveva riportato 60 giorni di prognosi, in quanto il machete aveva anche spaccato l’osso del braccio. Poco prima dell’aggressione, il trapper aveva pubblicato su Instagram una storia posando con due machete in mano, inviando chiare minacce alla vittima, poi colpita proprio da uno di quei machete. In un’altra circostanza, il ragazzo era stato denunciato anche per minacce ai danni di un coetaneo, commesse sempre attraverso Instagram a seguito di controversie personali, e la vittima era particolarmente preoccupata in quanto cosciente della pericolosità del ragazzo.

L’ospitata in tv

La polizia ha individuato il mandante dell’azione omicidiaria anche grazie all’osservazione del canale Youtube, ove lo stesso pubblicava video musicali trap di discreta fattura con contenuti violenti. Costante la presenza di uso di armi bianche e stupefacenti. Per tali motivi lo hanno indagato per il delitto di istigazione a delinquere. Lo stesso ha partecipato anche come opinionista ad una nota trasmissione televisiva a copertura nazionale durante la quale ha pubblicizzato l’utilizzo di sostanze stupefacenti ed ha esaltato la sua capacità di affrontare i suoi avversari con l’utilizzo di armi bianche proferendo frasi offensive verso gli appartenenti delle forze dell’ordine.

La polizia ha poi monitorato altri due profili Instagram, amministrati da soggetti in fase di identificazioni e dedicati alle gesta di un gruppo di giovani con ritrovo nel quartiere delle case popolari del P.E.E.P., e gli amministratori pubblicano contenuti ritraenti armi, offese alle forze dell’ordine e post a favore dei vari sodali arrestati nel tempo dalla Polizia, dei quali invocano la liberazione. La Procura della Repubblica di Piacenza, quindi, chiedeva al G.I.P. ed otteneva l’emissione di un decreto di sequestro preventivo delle pagine dei social network sopraindicate, provvedimento in fase di esecuzione con la collaborazione della Sezione Operativa per la Sicurezza Cibernetica di Piacenza, che ha notificato a Meta e Google le disposizioni dell’A.G.

La Divisione Anticrimine della Questura ha richiesto, nei confronti delle persone oggetto di indagine, due misure di sorveglianza speciale della P.S., di cui una già accolta, ed ha emesso nei confronti dei restanti correi 5 avvisi orali, 2 divieti di ritorno nel Comune di Piacenza (FVO) e 2 D.A.C.Ur. (nel corso dell’anno 2023, a seguito di diversi episodi violenti avvenuti nel centro cittadino il Questore di Piacenza aveva emesso provvedimenti D.A.C.Ur., Avvisi orali e F.V.O. nei confronti dei 45 individui coinvolti.) 

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