Gli effetti della siccità sul territorio piacentino nelle immagini satellitari, lo studio dell’agenzia spaziale europea

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Gli effetti disastrosi della siccità visti dallo spazio. L’agenzia spaziale europea ha affiancato tre fotografie che mostrano il territorio piacentino intorno al fiume Po, foto scattate dal satellite nel giugno 2020, 2021 e 2022.

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Scorrendo una dopo l’altra, le immagini mostrano gli effetti della carenza progressiva di piogge e dell’attuale pandemia. Anche a un semplice sguardo, il territorio passa da una tinta verde dominante a un marroncino-giallo che lascia ben intendere gli effetti della mancanza di precipitazioni.

Anche l’alveo del fiume Po cambia radicalmente: la colorazione dovuta alla presenza di acqua copre inizialmente tutto il letto del fiume, per poi restringersi sempre di più lasciando ampi spazi vuoti.

LA NOTA DELL’ESA

Il fiume, che si estende dalle Alpi a nord-ovest fino all’Adriatico sulla costa orientale, è un’ampia fonte idrica, vitale per le diverse regioni che la utilizzano come acqua potabile, per l’irrigazione di vaste aree di terreni agricoli, oltre che per la produzione di energia idroelettrica in tutto il nord Italia.

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L’acqua nella Pianura Padana è ora scesa ai minimi storici, in parte a causa della mancanza di piogge che ha colpito il nord Italia, ma anche per le elevate temperature e l’assenza di neve sulle montagne che alimentano il fiume. Secondo l’Osservatorio del Po, molte di queste zone non registrano precipitazioni da oltre 110 giorni.

Normalmente, il fiume Po è un’ampia fascia di acque torbide (come si vede nell’immagine di giugno 2020), che tuttavia si è ora prosciugata rivelando grandi distese di sabbia (come nell’immagine di giugno 2022).

La Pianura Padana è l’area agricola più importante d’Italia, dato che produce circa il 40% degli alimenti del Paese, tra cui grano, riso e pomodori. A causa della siccità in corso, gli agricoltori faticano a garantire l’irrigazione delle coltivazioni e a molte città della Pianura Padana è stato chiesto di razionare l’acqua durante la notte.

Benjamin Koetz, responsabile dell’Ufficio Iniziative Sostenibili dell’ESA, ha dichiarato: “Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, l’agricoltura consuma fino al 70% dell’acqua dolce e, considerando la crescente scarsità d’acqua, è necessario che il suo utilizzo sia più efficiente in questo settore. A tale scopo, l’ESA sta preparando la missione di monitoraggio della temperatura della superficie terrestre nell’ambito delle missioni Copernicus Expansion, che ci consentirà di monitorare l’evapotraspirazione delle colture a livello dei campi e, con ciò, di supportare pratiche di irrigazione sostenibili”.

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Nuovi risultati pubblicati da CAREHeat, un progetto finanziato dall’ESA, hanno rivelato che nel Mediterraneo è attualmente in corso un’ondata di calore marino: a maggio 2022, le temperature registrate hanno superato di 4 °C la media del periodo 1985-2005. Secondo questa ricerca, la temperatura dell’acqua in superficie ha raggiunto picchi di oltre 23 °C.

Il progetto, a cui hanno partecipato anche le agenzie di ricerca italiane ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) e CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), punta allo sviluppo di strategie per identificare le ondate di calore marino e stabilire il loro effetto sugli ecosistemi marini e sulle attività economiche come la pesca.

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