Lotta alla criminalità, in Emilia-Romagna un piano per la gestione dei beni confiscati

Promozione della cultura della legalità e prevenzione del crimine organizzato: sono gli obiettivi sui quali l’Emilia-Romagna continua a lavorare e vuole rafforzare il suo impegno. Tra progetti già partiti, azioni future e una nuova strategia per la gestione dei beni confiscati alle mafie.

Sono 39 i progetti presentati da enti locali e università e sostenuti con 1,2 milioni di risorse regionali già partiti in tutto il territorio. Tra questi ci sono iniziative come festival itineranti, laboratori e incontri per la promozione della cittadinanza responsabile tra i giovani delle scuole, interventi a sostegno degli Osservatori locali per monitorare fenomeni di illegalità, per la prevenzione in aree o in gruppi sociali a rischio criminalità organizzata e per il riutilizzo di beni confiscati alle mafie.

A questi si aggiungono anche le nuove azioni regionali per il biennio 2022-2023 che hanno l’obiettivo di continuare a sostenere e potenziare le attività di formazione, monitoraggio, prevenzione e tutela delle vittime di sfruttamento in tutti i settori.

La principale novità del programma regionale per il prossimo biennio è infatti il ‘Piano strategico per i beni confiscati alla criminalità della Regione Emilia-Romagna’ che vede l’Emilia-Romagna prima tra le regioni del Centro Nord a formalizzare il documento e seconda in Italia dopo la Campania.

Questi, in sintesi, i temi al centro della seduta della Consulta regionale per la legalità e la cittadinanza responsabile che si è svolta oggi. All’incontro hanno partecipato il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, l’assessore regionale al Bilancio e Riordino istituzionale, Paolo Calvano, i presidenti dei Gruppi consiliari dell’Assemblea legislativa, le istituzioni territoriali, le organizzazioni economiche e sindacali e le rappresentanze sociali e associative del territorio.

“Una società sana è una società libera dalle mafie- sottolinea Bonaccini-. Per questo la Regione Emilia-Romagna continua a tenere alta la guardia, perché qui, in questa terra, dobbiamo e possiamo rafforzare gli anticorpi per contrastare la criminalità organizzata.  Le azioni che abbiamo intrapreso in questi anni insieme ai territori e il nuovo programma che ci vede impegnati per i prossimi due sono fondamentali per promuovere il contrasto a ogni forma di criminalità e per sostenere le persone vittime di sfruttamento, ma soprattutto sono essenziali per diffondere in tutta la comunità, a partire dai più giovani, una vera e propria cultura della legalità”.

“E’ grazie al lavoro di squadra con istituzioni, cittadini, scuole, università che possiamo mantenere sano il nostro tessuto sociale e produttivo- prosegue il presidente- e grazie alla collaborazione con Prefetture, Magistratura e Forze dell’ordine, che ringrazio per il lavoro che fanno ogni giorno e coi quali, lo ricordo, in questi dieci anni abbiamo condiviso anche protocolli innovativi sulla ricostruzione post sisma e l’esperienza dei Girer, i Gruppi interforze ricostruzione Emilia-Romagna, per vigilare su appalti e ricostruzione.  E ora, con il piano regionale per la gestione dei beni confiscati alla criminalità, mettiamo a punto un nuovo strumento concreto per ristabilire la giustizia e restituire alle comunità edifici e patrimoni sottratti illegalmente. Un avviso e un messaggio importanti: le regole della legalità e della democrazia sono inscritte nel Dna della nostra terra”.

Il Piano strategico per i beni confiscati alla criminalità della Regione Emilia-Romagna

Il Piamo punta a finanziare gli interventi di recupero e risanamento edilizio dei beni destinati agli enti territoriali per realizzare: spazi da adibire a servizi abitativi per chi vive in condizioni di marginalità, spazi pubblici dove rendere servizi di vario tipo ai cittadini (come servizi per l’infanzia, per i giovani, gli anziani, l’istruzione, la cultura, lo sport, servizi di mediazione culturale, eccetera), spazi urbani di comunità nelle aree non edificate, spazi verdi attrezzati per il tempo libero e spazi destinati alle attività economiche guidate da principi etici e di sostenibilità.

Tra le azioni previste ci sono quindi anche i finanziamenti di interventi di recupero edilizio dei beni destinati agli enti territoriali che utilizzano come presidi per la legalità e la sicurezza del territorio (sedi delle polizie municipali, della protezione civile, delle associazioni di vicinato, etc.); la possibilità di fornire pareri tecnici, assistenza e idee agli enti locali destinatari dei beni confiscati e il sostegno alle iniziative di promozione ed educazione alla legalità e della cittadinanza responsabile proposta dagli enti locali e dalle associazioni del territorio.

Infine, il Piano dà continuità all’aggiornamento del lavoro di mappatura regionale dei beni immobili definitivamente confiscati sostenuto grazie a un accordo tra la Regione Emilia-Romagna e il Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Bologna. Ad oggi, sono 163 i beni immobili definitivamente confiscati in Regione Emilia-Romagna: 94 risultano ancora in gestione all’Anbsc – l’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati, 69, invece, sono quelli già destinati alle istituzioni statali o locali.

Le azioni del Piano integrato 2022-23 

Un particolare sostegno verrà riservato ai “Centri per la legalità” e agli osservatori locali centri studi sulla criminalità organizzata e per la diffusione della cultura della legalità.

Proseguirà poi l’azione di diffusione della Carta dei Principi di responsabilità sociale di imprese, l’attività dell’Osservatorio regionale dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture e quella relativa all’Elenco di merito degli operatori economici del settore edile e delle costruzioni.

Nel periodo 2022-23 proseguirà inoltre l’attuazione della nuova legge urbanistica regionale (n. 24 del 21 dicembre) che contiene norme e obblighi specifici di contrasto dei fenomeni corruttivi e delle infiltrazioni della criminalità organizzata nell’ambito delle operazioni urbanistiche. Verrà sostenuta la “Rete per l’Integrità e la Trasparenza”, cioè una forma di raccordo tra i responsabili della prevenzione della corruzione e della trasparenza (Rpct) delle amministrazioni del territorio emiliano-romagnolo e, nell’ottica della semplificazione, continueranno le azioni volte sia alla diffusione su tutto il territorio regionale della nuova piattaforma Sico, sia al possibile potenziamento del sistema che permette di acquisire e condividere le informazioni con gli enti preposti alla vigilanza e al controllo della legalità e della tutela e della sicurezza del lavoro. Sostegno anche alle azioni di contrasto al bullismo e al cyberbullismo, di prevenzione della devianza giovanile, di prevenzione e contrasto alla dipendenza da gioco d’azzardo patologico.
Infine, viene rafforzato, in collaborazione con le quattro Università della regione, l’impegno per la formazione attraverso nuovi corsi nelle materie del contrasto alla criminalità organizzata, all’antiriciclaggio, alla prevenzione della corruzione e della promozione della trasparenza.

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