Accesso agli alloggi popolari, la Regione elimina la storicità della residenza dai requisiti. Fratelli d’Italia: “Diritti calpestati”

Il gruppo consigliare di Fratelli d’Italia di Piacenza ha presentato una risoluzione in merito alla decisione della giunta regionale dell’Emilia Romagna di modificare i requisiti per accedere agli alloggi di edilizia residenziale pubblica (le c.d. “case popolari”).

I consiglieri comunali Soresi, Zanardi e Domeneghetti rilevano: “nonostante la Legge Regionale n. 24/2001, pur riservando alla Regione la decisione sui criteri di accesso alle graduatorie Erp, al tempo stesso attribuisca ai sindaci la facoltà di individuare eventuali premialità da attribuire a chi è già in graduatoria (fra le quali l’anzianità della residenza) nell’accesso agli alloggi pubblici medesimi (‘art. 25, comma 3, lettera b), della L.R. n. 24/2001), la Delibera di Giunta Regionale n. 2210 del 18/12/2023 ha messo un “paletto” stabilendo che il requisito di storicità della residenza o dell’attività lavorativa non deve essere ulteriormente valorizzato dai Comuni, i quali non potranno inserirlo all’interno dei criteri scelti ai fini della determinazione di punteggi premiali nelle graduatorie ERP”.

“Diritti calpestati”

Zanardi, Soresi e Domeneghetti evidenziano: “Le motivazioni della sinistra regionale, secondo cui il criterio della residenzialità-attività lavorativa storica sarebbe discriminatorio, non reggono. Al contrario, a nostro parere, l’impossibilità di valorizzare tale requisito, nel concreto, farebbe retrocedere in graduatoria o addirittura privare di un tetto un anziano o una famiglia che da più tempo sta cercando di mettere radici nel nostro territorio, mettendo a repentaglio equità sociale e i diritti garantiti agli emiliano romagnoli che da più tempo vivono, lavorano e pagano le tasse nelle proprie città”.

Il gruppo consigliare, quindi, chiede all’amministrazione di impegnarsi ed attivarsi nei confronti della Regione Emilia-Romagna, sollevando i legittimi dubbi sul depotenziamento di Sindaci e Comuni nell’assegnazione degli alloggi popolari, chiedendo di attivare un tavolo di confronto al fine di discutere e valutare meglio un provvedimento che non è migliorativo ma anzi sarebbe destinato a creare davvero le discriminazioni che, a parole, vorrebbe combattere.

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