Progetto “Mandala” per far fronte alla povertà abitativa, il Comune cerca partner tra terzo settore ed enti religiosi

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“I Mandala sono un simbolo di unità, di connessione tra tutte le cose, un auspicio di armonia e di equilibrio nella vita di ciascuno. Per questo abbiamo voluto attribuirne il nome a un percorso volto a supportare le persone e i nuclei familiari in condizioni di grave difficoltà economica e disagio sociale verso un progressivo cambiamento di vita, che realizzi non solo l’autonomia abitativa ma anche una piena integrazione, nella comunità, per i cittadini che ne beneficeranno”.

Così l’assessora al Welfare Nicoletta Corvi riassume il progetto “Mandala”, per la cui attuazione la Giunta comunale ha approvato oggi l’avvio di una procedura di manifestazione di interesse, che sondi la disponibilità degli enti di terzo settore ed enti religiosi a progettare, insieme all’Amministrazione, una molteplicità di soluzioni abitative temporanee, “ritagliate” sulle necessità specifiche degli utenti e caratterizzate da azioni di accompegnamento da realizzare in collaborazione con i servizi sociali.

La delibera assunta nella seduta odierna di Giunta prende le mosse dai dati dell’indagine Istat su reddito e condizioni di vita riferita al 2024, che Eurostat utilizza come base per monitorare i risultati verso l’obiettivo 1 dell’Agenda 2030 Onu, riguardante la riduzione della povertà in tutte le sue forme. “Secondo questa statistica – spiega Nicoletta Corvi – in Emilia Romagna il 10.1% della popolazione è a rischio di povertà o esclusione sociale: un indicatore in crescita rispetto al 7.4% rilevato nel 2023 per la nostra regione, ma che sale in modo ancora più drammatico ed esponenziale se guardiamo alla media italiana del 23.1%”.

“Sono numeri che fanno riflettere e che ci chiedono di agire, a cominciare dal tema della povertà abitativa che può avere diverse declinazioni – mancanza di un alloggio, precarietà, impossibilità di far fronte alle spese di un affitto – ma che in tutti i casi comporta una forte vulnerabilità anche in termini di salute, benessere psicofisico, stabilità familiare e relazionale, occupabilità. Ce ne rendiamo conto ogni giorno in misura crescente – aggiunge l’assessora – nelle richieste di aiuto che i nostri uffici ricevono: l’accesso alla casa è un problema diffuso e cruciale nel condizionare, purtroppo in negativo, le possibilità di miglioramento della qualità di vita di coloro che segnalano al Comune questa situazione di fragilità”.

Di qui la volontà dell’Amministrazione di avviare una nuova rete, che possa dare risposta ai bisogni abitativi di singoli e famiglie che non rientrino già nei parametri di accoglienza provvisoria ed emergenziale o che, non avendo la disponibilità economica per soluzioni al di fuori dell’edilizia residenziale pubblica, fatichino a rispettare i tempi di permanenza negli alloggi sociali comunali.

“A dispetto delle tante iniziative messe in campo, anche con da Caritas e con il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano per il progetto Casa tra le case, sono ancora molti i nuclei che non riescono a fruire di un’abitazione dignitosa e accogliente, che potrebbe invece essere la base per una ripartenza sotto tutti i punti di vista. Il Mandala ha anche questo significato: un luogo protetto da cui si possano prendere direzioni diverse, esplorando le opportunità di crescita personale per emergere dalle difficoltà”.

Nelle prossime settimane, pertanto, il Comune di Piacenza pubblicherà l’avviso rivolto al terzo settore e agli enti religiosi, con l’obiettivo di lavorare insieme per individuare la disponibilità di alloggi temporanei cui si affianchi una progettazione sociale personalizzata, flessibile e fondata anche sulla corresponsabilità dei cittadini che saranno coinvolti, verso l’acquisizione di una progressiva autonomia.

La manifestazione di interesse avrà durata triennale e potrà prevedere accordi di diversa durata – comunque non inferiore ai sei mesi – con possibilità di rinnovo. L’Amministrazione ha disposto uno stanziamento complessivo di 210 mila euro, rispettivamente 66mila euro sul 2025, 64mila sul 2026, oltre ai restanti 50 mila euro per il 2027, prospettando l’eventuale destinazione di ulteriori risorse nel corso del triennio.

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