L’associazione “Vita in centro Piacenza” interviene sulla questione del centro storico, attraverso una nota stampa, parlando di fase di sofferenza che non può essere affrontata con iniziative episodiche o interventi tampone. Sempre secondo l’associazione la desertificazione commerciale è purtroppo un fenomeno già in atto (come in tante altre città italiane) ed è difficile da contrastare: “Servono interventi strutturali per rilanciare il cuore di Piacenza”.
Vita in centro Piacenza: “Servono interventi strutturali”. La nota stampa
Come associazione Vita in centro Piacenza raccogliamo le preoccupazioni e le proposte di tanti commercianti e cittadini, convinti che il rilancio passi da una strategia organica e di lungo periodo, capace di restituire bellezza, vivibilità e attrattività al cuore della città.
Gli eventi, pur importanti per animare le vie nei giorni di svolgimento, non bastano da soli. Occorre guardare a ciò che funziona in altre città e adattarlo alla realtà piacentina, puntando su alcune priorità chiare:
- Decoro e arredo urbano. Piazze e vie principali necessitano di maggiore cura: nuove pavimentazioni (o riqualificazione di quelle esistenti), illuminazione adeguata e arredi urbani più accoglienti. Occorre dire basta ad interventi a spot non coordinati fra loro e invece pensare ad un design complessivo, per restituire carattere ed armonia al centro. È indispensabile una gestione più attenta del poco già poco verde presente in centro: ad esempio troppe piante in vaso vengono lasciate “morire di sete” e questo contribuisce a trasmettere un’immagine trascurata del centro. Servirebbe pensare alla creazione di un’area cani all’interno delle mura (come tante città all’estero hanno fatto).
- Pulizia e rifiuti. Molti cittadini e commercianti segnalano gravi carenze nella pulizia di strade e marciapiedi. Nonostante le reiterate lamentele e segnalazioni la situazione continua ad essere critica. Il nuovo sistema di raccolta rifiuti, con bidoni e bidoncini collocati in pieno centro storico, non solo non contribuisce al decoro, ma peggiora la qualità degli spazi pubblici.
- Valorizzazione culturale. Piacenza vanta un patrimonio di circa 200 palazzi risorgimentali, una ricchezza superiore a quella di molte città vicine, e istituzioni d’arte come la Galleria Ricci Oddi, poco conosciute anche dai piacentini. Il centro deve diventare un museo a cielo aperto, con percorsi che guidino cittadini e turisti alla scoperta di questo tesoro diffuso.
- Università e giovani. Riportare funzioni universitarie in centro – come era previsto nel progetto dell’ex ospedale militare – significa portare vita, studenti e nuove opportunità. Vanno sostenuti i giovani artigiani e creativi che vorrebbero aprire attività, ma spesso sono frenati da affitti insostenibili.
- Viabilità e parcheggi. La facile accessibilità dall’esterno costituisce una condizione indispensabile per la vitalità del sistema. Gli attuali parcheggi sono insufficienti, soprattutto nella zona nord. A fronte dello stallo del cantiere di piazza Cittadella, occorre pensare a soluzioni concrete e attuabili rapidamente, ad esempio sfruttando spazi in uso al Genio Pontieri con un accordo con il ministero della difesa o trovando una soluzione per utilizzare un’area all’interno dell’ex laboratorio Pontieri. In parallelo serve una revisione degli orari della Ztl e del carico-scarico merci, insieme a una migliore segnaletica dei parcheggi già esistenti. La pedonalizzazione graduale di alcune aree può avere un senso ma solo se accompagnata da un piano organico di rafforzamento dei parcheggi. Utili sarebbe anche il rafforzamento dei parcheggi scambiatori collegati da navette e una “card turistica” che includa sosta e accesso ai musei e serve un rafforzamento del trasporto pubblico. Va rivista la segnaletica che deve permettere un efficace avvicinamento all’area centrale.
- Sicurezza. Il centro storico presenta criticità sul fronte della sicurezza: Molti commercianti non si sentono sufficientemente protetti, anche a causa delle difficoltà derivanti dall’attuale sistema giudiziario e legislativo come dimostrano alcuni recenti episodi, come quello che ha visto coinvolto un esercente ripetutamente “vessato” da uno straniero, più volte allontanato e costantemente ritornato “sul luogo del delitto”. Occorre garantire una risposta rapida ed efficace agli episodi di microcriminalità ma anche far rispettare le regole che ci sono: possibile che biciclette elettriche non omologate e monopattini sfreccino anche nelle aree pedonali, come via XX Settembre, senza nessuno intervenga con un controllo efficace?
- Mercato e plateatici. Il mercato bisettimanale necessita di un deciso rilancio in termini di qualità e attrattività, mentre i plateatici devono essere considerati una risorsa e incentivati, anche con agevolazioni sui costi, perché creano atmosfera e socialità.
- Iniziative attrattive. Alcune manifestazioni risultano poco incisive e troppo autoreferenziali. Bisogna invece puntare su eventi capaci di richiamare visitatori anche da fuori Piacenza. Perché, ad esempio, non valorizzare il patrimonio dei palazzi cittadini organizzando – in collaborazione con il Conservatorio Nicolini, il Consorzio Tutela Vini e Consorzio dei Salumi – un weekend che proponga visite guidate, accompagnate da concerti (magari verdiani, puntando sul legame con il Maestro) e degustazioni delle nostre eccellenze Dop (coppa, pancetta, salame)? Il rilancio della vivacità urbana passa da una sinergia tra soggetti pubblici e privati nelle attività di animazione e promozione del centro storico. Serve una programmazione annuale delle iniziative, una maggiore visibilità degli eventi e soprattutto un palinsesto condiviso, costruito insieme ai diversi attori del territorio e capace di valorizzare storia, cultura e tradizioni della città. Sarebbe importante che gli eventi non si concentrassero solo in piazza Cavalli e piazza Duomo, ma venissero diffusi anche in altre aree del centro oggi spesso penalizzate e “tagliate fuori”.
Il centro storico di Piacenza ha enormi potenzialità, ma servono scelte coraggiose. C’è la necessità (anche attraverso organismi e tavoli già esistenti) definire un piano pluriennale di riqualificazione.
L’obiettivo non è solo difendere le attività esistenti, ma costruire insieme una città che sappia attrarre visitatori, studenti, nuove imprese e investimenti. Perché un centro più bello, vivibile e sicuro è un beneficio per tutti i piacentini.
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