“Farmacie Comunali Piacentine srl è una società a controllo pubblico e non solo a partecipazione pubblica”. E’ la conclusione a cui è giunto l’ente di Palazzo Mercanti dopo aver studiato la nota inviata alla sindaca Tarasconi da parte di FDA srl, ovvero il socio privato che detiene circa il 48% delle quote di Farmacie Comunali. Una nota, quest’ultima, che si basa sul parere di uno studio legale la cui tesi finale va nella direzione opposta: Farmacie Comunali Piacentine sarebbe, secondo gli avvocati che hanno redatto il parere, una società a partecipazione pubblica ma a controllo privato.
La nota della giunta comunale
La nota di FDA, inviata alla sindaca e contestualmente agli organi di informazione che ne hanno dato notizia, è stata presa in esame dall’assessore e vicesindaco Marco Perini, con delega alle Risorse umane e finanziarie ed efficienza amministrativa, e dal Segretario generale dell’ente Luca Canessa; i quali, dopo un’attenta valutazione, hanno risposto a FDA con una nota ufficiale il cui oggetto è la “natura giuridica della società Farmacie Comunali Piacentine srl”. Nota che parte subito con una premessa: il parere legale è stato redatto “esclusivamente sulla base della documentazione trasmessa da FDA” agli avvocati dello studio incaricato. E a precisarlo sono gli stessi avvocati. Tuttavia tale documentazione, fa notare il Comune di Piacenza, è carente di una serie di atti che “avrebbero sicuramente agevolato lo studio legale a esprimere un parere più approfondito”.
Un esempio: allo studio legale non sono state trasmesse le delibere adottate dal Consiglio comunale di Piacenza nelle quali si ribadisce che la società Farmacie Comunali Piacentine “è una società a controllo pubblico”.
E ancora: FDA non ha inviato ai suoi avvocati il verbale dell’Assemblea Straordinaria della società redatto il 14 dicembre 2017 dal notaio Massimo Toscani il cui oggetto riguardava gli adeguamenti dello statuto sociale; adeguamenti che la normativa rende obbligatori “per le società a controllo pubblico”. Circostanza, quest’ultima, che dunque era ben nota al rappresentante del socio privato il quale ha approvato la delibera votata dall’Assemblea, come da verbale.
Cda con membri espressione del Comune
E’ anche da rilevare, scrivono Perini e Canessa, che “i verbali assembleari di rinnovo degli organi amministrativi si sono adeguati alla normativa riferita alle società a controllo pubblico”. Società che, ad oggi, è gestita da un Consiglio di amministrazione di cui fanno parte tre membri, due dei quali sono espressione del Comune. E ciò in base a uno specifico decreto legislativo (il 175 del 2016) che offre questa possibilità “all’assemblea delle società a controllo pubblico”. Una possibilità che è stata colta da Farmacie Comunali Piacentine con l’accordo sia del socio pubblico – il Comune di Piacenza, che detiene la maggioranza delle quote – sia del socio privato.
La nota a firma dell’assessore Perini e del segretario Canessa prosegue con un nutrito elenco di documenti che a quanto pare non sono stati forniti ai legali che si sono dovuti occupare di redigere il parere. Su un documento in particolare pongono l’attenzione i rappresentanti di Palazzo Mercanti, ed è la deliberazione numero 23 del 2022 della Corte dei Conti, Sezione Regionale di controllo per l’Emilia-Romagna. “La Sezione prende atto in primis – si legge nell’atto – della particolarità della società Farmacie Piacentine srl, società mista pubblico-privata, con partner industriale scelto con procedura ad evidenza pubblica, per la gestione delle farmacie comunali. Società, comunque, a controllo del Comune di Piacenza”. E in quanto tale soggetta alle norme che ne regolano la gestione.
I patti “parasociali”
Nella parte finale, ma non meno importante, della comunicazione che il Comune ha inviato ad FDA ci si concentra sui patti parasociali che, nell’assunto del socio privato basato sul parere dei propri legali, non verrebbero rispettati qualora la natura giuridica di Farmacie Comunali Piacentine rimanesse quella di società a controllo pubblico. Nello specifico, il Comune riconosce di certo che il patto parasociale in vigore prevede che il Consiglio d’amministrazione della società deliberi con il voto favorevole dell’Amministratore delegato (espressione del privato) su una serie di materie, ma fa notare che “senza il voto favorevole di almeno un componente del Consiglio di amministrazione nominato dal Comune di Piacenza, l’amministratore delegato non riesce a far approvare gli atti riferiti alle materie elencate”.
Non è tutto: lo stesso statuto di Farmacie Comunali Piacentine prevede, con riferimento alle assemblee straordinarie, che vi sia “il voto favorevole di tanti soci che rappresentino almeno la metà del capitale sociale”. Morale: per le delibere assembleari è necessario, anzi, è sufficiente il solo voto favorevole espresso dal Comune di Piacenza.
La conclusione è che il Comune di Piacenza “non può far altro che continuare a considerare la società Farmacie Comunali Piacentine srl una società a controllo pubblico” e ribadisce che l’ente “non è mai venuto meno al rispetto dei Patti parasociali”.
La nota si chiude con l’invito rivolto ad FDA ad adeguarsi “non soltanto a quanto previsto dal Regolamento per il controllo in società non quotate ed enti partecipati dal Comune di Piacenza approvato dal Consiglio comunale con delibera 27 del 10 luglio 2023, ma anche a tutte le normative vigenti in materia e inerenti le società a controllo pubblico”.
Farmacie comunali, Pascai (Cgil): “Rilanciare tavolo di trattativa per la qualità del lavoro e dei servizi erogati alla cittadinanza“
Mentre socio privato e Comune si scambiano missive tramite avvocati sulla natura dei patti parasociali delle Farmacie comunali di Piacenza, lavoratori e sindacato vorrebbero riportare il focus del dibattito sul presente, e sul futuro dell’organizzazione del lavoro nelle farmacie comunali, a partire dai servizi per i cittadini che si vogliono erogare tramite farmaciste e farmacisti, professionisti comunali di alto profilo da valorizzare come eccellenza del sistema”.
Marco Pascai, segretario Filcams Cgil di Piacenza che segue il settore per la Camera del Lavoro di Piacenza, interviene così nella kerelle aperta sulle farmacie comunali.
“Al netto delle polemiche politiche che poco ci interessano e di altre diatribe tra i soci, chiediamo di rilanciare il tavolo di trattativa dove affrontare i nodi irrisolti. Se dai un servizio – è il ragionamento della Cgil – questo ha un peso nell’organizzazione del lavoro, sia per mole di lavoro in più per i singoli, sia per l’eventuale allargamento dell’organico.
L’interesse di tutti deve essere verso cittadinanza e lavoratori delle Farmacie Comunali, con l’obbiettivo di erogare il massimo dei servizi possibili con la migliore organizzazione del lavoro e relativi organici e indennità economiche”.
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