Il Racconto della Passione, alla Galleria Alberoni aperture straordinarie e visite guidate fino al 21 aprile

Il Racconto della Passione Galleria Alberoni

Si intitola Il Racconto della Passione il ricco calendario di aperture straordinarie e di visite guidate speciali, proposto dalla Galleria Alberoni per le festività Pasquali, che avrà inizio domenica 13 aprile (la domenica delle Palme), per concludersi lunedì 21 aprile, il lunedì dell’Angelo.

La Galleria Alberoni sarà infatti aperta e visitabile, in forme e modalità differenti, nei giorni di Sabato santo, nella domenica di Pasqua e il lunedì di Pasquetta.

Il calendario degli eventi pasquali è costituito da due tipologie di iniziative:

  • La visita guidata speciale intitolata Il Racconto della Passione che si terrà la Domenica delle Palme, il giorno di Pasqua e il lunedì di pasquetta 
  • L’iniziativa intitolata Nel silenzio del Sabato, un’occasione unica per una visione individuale e silenziosa, riservata a un numero limitato di persone, dell’Ecce Homo di Antonello da Messina e di altri tre capolavori legati al tema della Pasqua. Si tratta di un’iniziativa sperimentale, alla quale si accederà solo su prenotazione, che sarà replicata tre volte nel pomeriggio di sabato 19 aprile.

Il Racconto della Passione

Visita guidata speciale

Domenica 13 aprile, domenica 20 aprile, lunedì 21 aprile

Galleria Alberoni, ore 16

Ingresso ridotto, €. 6,00

Accesso senza prenotazione fino a esaurimento dei posti disponibili

Come si evince dal titolo le visite guidate speciali proporranno un percorso attraverso il tema della Passione di Cristo; un vero e proprio viaggio attraverso i più straordinari capolavori dipinti e scolpiti, appartenenti alle collezioni artistiche alberoniane, che narrano la Passione di Cristo: dall’orto degli ulivi, alle scene sulla via della Croce, dalle Crocifissioni ai Compianti e alle Deposizioni in un itinerario che avrà come apice estetico ed artistico la presentazione e la visione di uno dei capolavori assoluti dell’arte occidentale quale è l’Ecce Homo di Antonello da Messina, presentato nella penombra della sala dedicata, in dialogo con il Cristo di spalle di Omar Galliani, esposto permanentemente nell’anconetta di gusto neorinascimentale, realizzata nel 1903, nella quale il capolavoro di Antonello è stato conservato per tutto il Novecento.

Se i più straordinari capolavori alberoniani che narrano la Passione di Cristo sono esposti nell’Appartamento del Cardinale (Guido Reni, Luis de Moraes, Zenone Veronese, Omar Galliani), numerose altre opere, non ordinariamente ricomprese nell’itinerario ordinario di visita, saranno visibili tra le architetture del Collegio Alberoni, e presso la Galleria Alberoni dove, dallo scorso autunno, di fronte alla sezione dei Crocifissi svetta la grande Croce di colore dell’artista contemporaneo Giancarlo Bargoni.

Le visite guidate speciali presenteranno anche le altre opere contemporanee della collezione della Galleria Alberoni e ordinariamente non visibili tra le quali l’Ecce Homo di Franco Corradini, il Crocifisso di Paolo Capitelli, il Crocifisso di Guido Maggi, Il Crocifisso ligneo e la Crocifissione in terracotta dello scultore Paolo Perotti, il Cristo nell’orto degli ulivi di Giuseppe Ghittoni.

Nel silenzio del Sabato

Sabato 19 aprile

Visione individuale e silenziosa di quattro capolavori dell’Appartamento del Cardinale

Partenze dalla Galleria Alberoni: ore 15, 16 e 17. Durata 40’

Ingresso €. 8,00

Prenotazione obbligatoria: info@collegioalberoni.it – 3494575709

Sabato 19 aprile la Galleria Alberoni propone, nel giorno di Sabato santo, un’iniziativa speciale e sperimentale alla quale si accederà solo su prenotazione, e riservata, per ogni replica, a un numero limitato di persone.

Si tratta di una visita personale e silenziosa che permetterà, nel tempo di circa 40 minuti, di contemplare individualmente e sostare al cospetto di quattro capolavori della collezione alberoniana, quattro opere di grande suggestione, di grande qualità artistica e di profondo significato spirituale e umano, di fronte alle quali vale la pena di fermarsi a riflettere. 

Si tratta dell’Ecce Homo di Antonello da Messina, Il Cristo di spalle di Omar Galliani, il San Pietro che piange di Guido Reni e la Deposizione di Cristo di Zenone Veronese

Il percorso sarà introdotto dalla visione, nella Cappella dei Missionari, del breve video, realizzato da padre Erminio Antonello, dedicato alle cinque versioni dell’Ecce Homo dipinte da Antonello da Messina. Il video accompagna a cogliere il significato teologico estetico del capolavoro di Antonello, mostrando l’insistenza dell’artista nel cercare, nelle cinque versioni dipinte, di penetrare nella sofferenza di Cristo coinvolgendo chi guarda in un dialogo di affettuosa compartecipazione.

Il percorso del Sabato santo si terrà tre volte con partenza, dalla Galleria Alberoni, alle ore 15, alle ore 16 e alle ore 17.

Ingresso €. 8,00 – È obbligatoria la prenotazione (info@collegioalberoni.it – 3494575709).

Il racconto della Passione

DENTRO LA VISITA GUIDATA SPECIALE

I più straordinari capolavori alberoniani che narrano la Passione di Cristo sono esposti nell’Appartamento del Cardinale.

In esso si potranno vedere il San Pietro di Guido Reni le cui lacrime amare per il tradimento dialogano con quelle luminose del Cristo di Antonello; nella sale dell’Appartamento troviamo inoltre la tavola di grande formato con Cristo che cade sotto la Croce, interessante dipinto, derivato da un prototipo di Luis de Morales (1509 – 1586) e il Compianto su Cristo morto attribuito a Zenone Veronese (1484-1552/1554), pittore veneto che, formatosi in ambiente veronese, allargò il proprio sguardo in direzione della Mantova dominata da Costa e dal giovane Correggio da un lato e della Venezia di Giorgione e Palma il Vecchio dall’altro. 

In dialogo con esso, è esposta la tela monocroma di grande suggestione con la Deposizione di Cristo nel sepolcro, derivata da una nota acquaforte di Parmigianino. 

Le sale dell’Appartamento espongono inoltre il Cristo deposto compianto dalla Beata Vergine, dalla Maddalena e da San Giovanni Evangelista, olio su rame di un Anonimo Artista della fine del secolo XVII, replica del compianto di Anton Van Dyck di Anversa.

Anche lo straordinario Vaso di fiori entro una nicchia di Jan Provost (1462-1529), probabilmente la prima natura morta della storia della pittura occidentale, allude alla Passione di Cristo nell’intenso rosso del garofano, al contempo simbolo dell’amore e del sacrificio.

La Sala del cospetto

Antonello da Messina e Omar Galliani

Antonello da Messina (1430-1479 circa)

Ecce Homo o Cristo alla colonna

olio su tavola

Siamo al cospetto uno dei più alti capolavori di Antonello da Messina (1430-1479 ca) e a un’opera fondamentale per la storia dell’arte. In questa tavoletta, così come nella “Madonna annunciata” di Palermo, Antonello rivoluziona infatti l’iconografia del dipinto di soggetto sacro e il sentire religioso del suo tempo.

Il Cristo rivolge gli occhi allo spettatore, esprime intensamente i suoi sentimenti; la ripresa ravvicinata conferisce alla rappresentazione una forte carica drammatica, provocando in chi osserva un forte coinvolgimento emotivo. L’opera è un’originalissima sintesi del tema dell’Ecce Homo con quello del Cristo alla colonna. Sul cartiglio posto sul parapetto – omaggio agli ammirati modelli fiamminghi – il quadro reca firma e data d’esecuzione: “1473 [o 1475] Antonellus Messaneus me pinxit”. La composizione è stata più volte replicata da Antonello, ma è proprio in questa versione e in quella conservata al Louvre, che l’artista conquista una stupefacente sintesi tra realismo lenticolare di ascendenza fiamminga e visione plastico-prospettica della civiltà figurativa italiana. 

La tecnica è assai sofisticata. Il supporto è una tavoletta sottilissima di legno di rovere, la preparazione, una mestica di gesso, colla e medium oleoso, applicata interponendo solo una leggera mano di colla. La pellicola pittorica, a olio, di estrema finezza, a velature di colore trasparenti, senza che si legga alcuna traccia della pennellata, dona l’effetto di una miracolosa verità ottica.

L’eccezionale conservazione ci fa apprezzare appieno, la raffinata resa dei peli della barba, le lacrime, le stille di sangue, che contribuiscono all’effetto potentemente drammatico e realistico di questo doloroso volto di Cristo.

Giorgio Vasari nel Cinquecento attribuì ad Antonello il merito di aver importato in Italia la tecnica ad olio, appresa nelle Fiandre alla scuola di Jan van Eyck. Il racconto non è del tutto attendibile, ma è certo che Antonello fu tra i primi artisti in Italia a farne un uso maturo e raffinato. 

Il Cristo di spalle di Omar Galliani

Omar Galliani, artista internazionale che del disegno ha fatto una “religione”, è stato profondamente toccato dall’incontro con l’Ecce Homo di Antonello da Messina, opera capace di rivoluzionare l’iconografia del dipinto di soggetto sacro e il sentire religioso del suo tempo, al punto da affrontare il dialogo pittorico con il Maestro attraverso un nuovo dipinto, assolutamente originale per inventio – e che propone l’iconografia inedita del Cristo di spalle – ma realizzato con una tecnica molto simile a quella che la tradizione vuole fosse stata importata in Italia proprio da Antonello  da Messina, dopo averla appresa dalle opere dei maestri fiamminghi.

L’opera, dipinta da Omar Galliani su di una tavola delle medesime dimensioni di quella utilizzata dal maestro messinese, è esposta nella penombra della sala dell’Appartamento del Cardinale interamente dedicata alla visione all’Ecce Homo di Antonello, le cui luci sono state studiate dal designer Davide Groppi. La tavola di Galliani è esposta all’interno della cornice lignea che nel XX secolo ha custodito il capolavoro quattrocentesco.

«Non so quante volte Antonello avrà accarezzato quell’umile tavola di legno antico – scrive Omar Galliani – prima del gesso o del disegno… […] Vorrei vivere il silenzio della sua stanza interrotto dallo sciabordio del mare di Antonello in un giorno di pioggia o di sole quando le velature del cinabro, del bianco di piombo o del giallorino evaporano lentamente verso il cielo».

«Queste nude spalle – ha scritto Padre Erminio Antonello – rimandano a volgere lo sguardo dall’altra parte, al volto rigato di lacrime amare dell’Ecce Homo di Antonello. Esistono con esso. Esistono per esso. Sono la metà che richiede il tutto. Ed orientano a ripensare la parzialità insensata di una umanità che s’inganna di poter esistere senza rapporti e legami, in libera uscita, frammentata e vagabonda nell’Universo atomizzato del Nulla: illusorio gioco di specchi su cui s’infrange all’infinito la stessa immagine di sé come ombra passeggera e vana».

Il Racconto della Passione nella raccolta della Galleria Alberoni

Presso la Galleria Alberoni sarà visibile la suggestiva tela di Luis De Morales (1509-1586) con L’abbraccio della Madre al Figlio morto, raffigurazione di grande tensione, nella quale la Madonna contempla il Cristo morto, in un gioco di colori quaresimali, con il solo rosso dell’abito di Maria ad accendere cromaticamente la scena, il tutto in un drammatico nero cupo di sfondo e nell’assoluta assenza di ambientazione. 

Sempre in Galleria saranno protagonisti gli splendidi e preziosi crocifissi in legno, bronzo e avorio che compongono la sezione alberoniana di sculture, legate soprattutto alle intime pratiche devozionali del cardinale. 

Tra tutte si distingue il Crocifisso in avorio montato su un elaborato piedistallo in legno di pero foderato d’ebano, arricchito da figure e rilievi in bronzo dorato (ai lati due figurette a tutto tondo della Vergine e di San Giovanni, al centro della nicchia un bassorilievo con Gesù deposto e sullo zoccolo sottostante Cristo flagellato al centro con ai lati due coppie di angeli con gli strumenti della Passione). 

Opera di uno Scultore francese della metà del XVII secolo l’oggetto, alto circa due metri, apparteneva al cardinale già nel 1735 ed era esposto nel palazzo romano. 

Assai prezioso e di straordinaria qualità è un altro Crocifisso in avorio: scolpito in un solo pezzo, con un modellato raffinato in ogni parte, nell’intenso patetismo del volto e nel quasi estatico abbandono alla sofferenza, trae ispirazione dai grandi modelli pittorici di Rubens e Van Dick ed è stato opportunamente avvicinato al nome di François Duquesnoy (1597-1643), grande interprete della poetica classicista nella scultura romana del primo Seicento. 

Alla tradizione dei grandi bronzisti fiorentini della fine del Cinquecento, allievi e seguaci di Giambologna, va riportato il Crocifisso in bronzo dorato: la qualità della modellazione è assai alta ed essi richiamano in particolare i modelli in grandezza naturale approntati da Pietro Tacca (1577-1640) per il Duomo di Prato e la chiesa di San Vigilio a Siena.

Capolavoro del tardo Rinascimento italiano è un Crocifisso in legno di bosso senza croce, ma con Gesù completamente nudo il volto girato verso l’alto. Questo pezzo, di grandissima qualità, fu donato da Don Giacomo Veneziani.

La Passione di Cristo nella Chiesa di San Lazzaro

Presso la Chiesa di San Lazzaro il percorso permetterà di scoprire la grande tela con il Cristo crocifisso e i Santi Domenico, Agostino e Francesco, opera di Camillo Procaccini (circa 1551-1629) con Gesù presentato secondo l’iconografia del Christus triumphans; si tratta di una grande pala che spicca al di sopra dell’altare in stucco di una Cappella laterale.

La Passione di Cristo tra le architetture del Collegio Alberoni

L’itinerario permetterà inoltre di vedere importanti dipinti abitualmente non ricompresi nell’itinerario di visita o non esposti.

Tra le maestose architetture del Collegio sarà visibile un grande dipinto copia da Guido Reni raffigurante il Cristo crocifisso: lo sguardo volto al cielo e in prospettiva uno scorcio luminoso di Gerusalemme in un cielo ottenebrato da scure nuvole.

Nella Cappella comune del Collegio si trova invece un grande Crocifisso in legno scolpito dipinto donato al Collegio dal cardinale Samorè e opera di un ignoto scultore dell’inizio del secolo XVII. Modellato con grande sensibilità e nel gusto romano dell’epoca, il Cristo presenta un delicato perizoma quasi nell’atto di cadere.

Tra le opere non esposte sarà per questa occasione visibile il Cristo percosso e coronato di spine, tavola dipinta a olio da Fabio Ronzelli (notizie 1621-1630). Nella pregevole composizione Gesù è in carcere con le mani legate che tengono una pianta palustre quale finto scettro assegnatogli da uno sgherro, mentre altri due lo coronano di spine e lo percuotono. Il Sommo sacerdote, pensoso, spicca in controluce sullo sfondo, accompagnato da altri dignitari e soldati.

La Passione di Cristo nell’arte contemporanea

Il percorso guidato approderà al racconto della Passione nella sensibilità e nei linguaggi del Novecento con l’esposizione della delicata tela di Giuseppe Ghittoni (1855–1928), raffigurante Cristo nell’orto degli ulivi 

In questa suggestiva tela monocroma nella quale l’artista privilegia, dell’episodio evangelico, non tanto il momento della preghiera quanto quello dell’abbandono, Gesù è raffigurato prostrato sopra un masso illuminato dalla luce di una luna che resta fuori campo. 

Del piacentino Paolo Perotti (1928-2018) saranno infine visibili due sculture: Il Crocifisso ligneo e la Crocifissione in terracotta, stabilmente esposte presso il Collegio Alberoni grazie a un accordo con la famiglia dell’artista.

Fanno parte della collezione alberoniana alcune opere di artisti piacentini contemporanei come l’Ecce Homo di Franco Corradini, il Crocifisso di Guido Maggi e la Crocifissione di Paolo Capitelli.

La Croce di colore di Giancarlo Bargoni

Da sempre impegnato a fissare le vibrazioni del colore, il tormento della materia, il fremito delle stratificazioni, la vertigine dell’impronta che lascia apparire gli umori interni della pittura, nella Croce di colore, esposta permanentemente in dialogo con la collezione di crocifissi alberoniani sorprende la densità fiammeggiante dei colori che trattengono una Presenza irriducibile, che chiede occhi, per saperla scorgere in assenza della figura, attivando un altro codice, quello della luce e del colore. Come ha scritto padre Erminio Antonello, qui non si parla solo di morte o di dolore. Qui si parla di vita e di grazia.

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