La Cgil non firma il contratto triennale dei dirigenti del Comune di Piacenza: “Le nostre proposte non sono state portate all’attenzione della Giunta Comunale”

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 La FP CGIL di Piacenza ha scelto di non firmare il contratto triennale del personale dirigente del Comune di Piacenza, cioè quel contratto che “declina” a livello territoriale ciò che viene disciplinato dal Contratto collettivo nazionale.

“La proposta che non abbiamo firmato” – spiega Alberto Gorra, Responsabile Funzioni Locali della Fp Cgil Piacenza – “è arrivata in discussione a quasi un anno di distanza della sottoscrizione del contratto nazionale, ma soprattutto a soli tre giorni dalla scadenza dei termini di fine anno per poter contrattare con l’Amministrazione, riducendo una discussione così importante a poco più che una mera ratifica formale. Perché questa discussione è così importante?

Forse molti pensano che i dirigenti comunali, viste le pessime condizioni del mondo del lavoro – anche pubblico, siano gli ultimi a dover lamentare relazioni sindacali precarie, tuttavia la Fp Cgil ritiene che le questioni del lavoro vadano affrontate in ogni sua articolazione, proprio a partire da come viene gestito il personale dirigente, snodo essenziale per far funzionare la macchina pubblica”

Sulle pagine dei giornali compare spesso la polemica sulle valutazioni dei dirigenti.

“Questo contratto” – prosegue il rappresentante Fp Cgil – “riafferma un sistema di valutazione che da ormai tre anni la FP CGIL chiede di rivedere perché, oltre a non essere oggettivo, non rispecchia le dinamiche – spesso tutte politiche – che determinano la definizione degli obiettivi assegnati e le loro priorità.

“Ciclicamente compaiono anche, da parte della politica, attacchi più o meno velati ai dirigenti (così come a funzionari e operatori) addossando loro responsabilità che spesso sono mancanze di indirizzo prettamente politiche, o insufficiente coordinamento – a gran voce richiesto da anni dai dirigenti stessi -. Questi attacchi ci dicono che la politica spesso fatica a distinguere la propria sfera di azione (e di responsabilità) da quella della struttura tecnica.”

“Ma c’è una netta differenza, peraltro indicata dalla legge, tra chi ha la responsabilità di guidare politicamente le amministrazioni, dando gli obiettivi e quindi gli indirizzi, e chi – e cioè i lavoratori (a tutti i livelli gerarchici) – ha il compito di mettere in pratica questi indirizzi, assicurando i servizi pubblici e contribuendo a realizzare gli obiettivi contenuti nei programmi politici.

Perchè i servizi funzionino al meglio, gli indirizzi politici da realizzare da parte dei dirigenti, debbono essere chiari e coerenti; nel contempo l’attività politica non deve interferire con quella strettamente amministrativa, ovviamente, valutando poi i risultati della dirigenza e attuando tutti gli strumenti normativi e contrattuali a disposizione.

A nostro parere la conoscenza approfondita della macchina amministrativa sarebbe una virtù che in primo luogo gli elettori dovrebbero premiare maggiormente. Purtroppo osserviamo che spesso ciò non avviene nella politica odierna, anche piacentina, e – forse anche per questo – lo scarto tra promesse e fatti è così evidente.

“Le nostre riflessioni e proposte, contenute in una nota a verbale” – conclude Gorra – “, non sono state portate all’attenzione della Giunta Comunale da parte della delegazione trattante pubblica, nonostante la nostra richiesta.

Ce ne rammarichiamo, tuttavia vogliamo essere fiduciosi e confermare il nostro contributo, per quanto ci compete, verso un migliore approccio nella guida della macchina amministrativa, che convinca i cittadini che il buon lavoro pubblico realizza i diritti dei cittadini. 

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